La malaria bloccò Attila e gli Unni a Lugnano in Teverina

La malaria. Forse fu la malaria che infestava una vasta zona di territorio nei pressi di Lugnano in Teverina causa dell’arresto dell’avanzata di Attila e dei suoi Unni verso Roma nel Quinto secolo. Si tratta di teorie intorno alle quali si sta lavorando, e che prendono le mosse dalle ultime scoperte archeologiche alla necropoli di Gramignano, vicino Lugnano in Teverina, presentate presso la sede della Provincia di Terni dal sindaco di Lugnano, Gianluca Filiberti, presentando  i risultati della campagna di scavi 2016 insieme a David Nickel, della Stanford University e a Jamie Inwood, della Yale University che insieme all’Università dell’Arizona e con il coordinamento del professor David Soren, stanno eseguendo le indagini archeologiche.

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Poggio Gramignano, area archeologica

Nella “necropoli dei bambini”, così conosciuta al mondo scientifico, l’équipe di Soren aveva scoperto la presenza di numerosi bambini morti a causa di un ceppo di malaria, il plasmodium falciparum che provocò numerosi decessi in poco tempo. “Quelle fatte a Poggio Gramignano sono scoperte eccezionali – ha detto Filiberti – che, in particolare per la malaria, potrebbero essere utilizzate in futuro anche in medicina. Ciò che gli archeologi stanno cercando è una maggiore e definitiva certezza su ciò che si è già trovato per un sito che potrebbe essere stato molto importante anche a livello storico.

 

 

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