Togliatti col “discorso di Terni” infiamma la polemica con la Dc

Togliatti intervenne alla Festa dell’Unità a Terni. Era stato un anno brutto per i suoi compagni ternani i quali dovevano fare i conti con le questioni della riconversione industriale post bellica che avrebbe portato massicci licenziamenti e che proprio in quel 1949 avevano visto morire uno di loro, Luigi Trastulli, durante una manifestazione contro l’adesione dell’Italia alla Nato.

Togliatti a Terni, quindi l’11 settembre del 1949. Fece il suo discorso, ovviamente. Quel discorso fu al centro di furibonde polemiche politiche, che resero famoso il “discorso di Terni”.

Togliatti
Togliatti alla festa dell’Unità a Terni nel 1949 (foto da “Diventammo protagonisti” di Alvaro Valsenti Ed. Galileo Terni (part.)

Che  disse Togliatti?  Parlò di un governo, quello democristiano guidato da De Gasperi, che aveva ormai i giorni contati e di  un governo di stampo reazionario basato sullo sfruttamento dei lavoratori. Con gli scontri cui si è assiste nei tempi recenti sarebbero quisquillie. Ma allora il discorso di Togliatti peovocò una forte risposta da parte della Dc.. Che reagì con un corsivo su Il Popolo, il suo giornale.  “A Terni – si leggeva – l’on. Togliatti ha ritenuto di dover ammonire la democrazia cristiana e gli uomini del governo democratico a non farsi illusioni perché i loro giorni sarebbero contati. Ora, o Togliatti intende per giorni i tre anni e mezzo che ancora mancano alle elezioni politiche e s’illude come s’illudeva alla vigilia del 18 aprile 1948 di vincere le elezioni e in questo caso è uno sbruffone”. Oppure parla di una rivoluzione, ma “in tal caso – ammoniva Il Popolo – stia bene attento che c’è pire qualcuno che pende nota di queste suo affermazioni e di questi suoi propositi”. “Se di quei propositi – continuava il giornale della Dc   – i giorni sarebbero effettivamente contati: ma non per la democrazia cristiana, bensì per il Pci e per chi, come l’on. Togliatti, lo dirige al servizio del bolscevismo sovietico”.

Un corsivo che segnava, dissero i commentatori politici del tempo, un punto di demarcazione nei rapporti tra i due partiti”. Togliatti, “lo sbruffone”, in un’intervista alla Nuova Stampa rispose per le rime e accusò i democristiani di rivolgere – essi – “minacce da energumeni”. E illustrò il contenuto del discorso di Terni: ““Ciò che ho detto a Terni esprime un concetto politico molto chiaro relativo all’inconsistenza dell’attuale regime reazionario e non ha bisogno di molte spiegeazioni”, dichiarò.  D’altra, ricordò il leader del Pci , “gli stessi governanti attuali hanno più volte ripetuto che se non li avessero appoggiati i grandi capitalisti americano essi non ce la facevano  a governare l’Italia”.

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