La decisione spettava al papa in persona Eugenio IV, regnante nel 1441. Quando a Terni i Padri Minori Osservanti di San Francesco decisero di costruirsi un convento in città era infatti il papa che doveva concedere il permesso perché si potesse avviare tutta la procedura. I Padri Francescani mettevano l’idea, il municipio ternano tutto il resto.
Già nell’aprile di quell’anno i Padri Minori avevano presentato la loro richiesta formale al Municipio affinché si procurasse un locale adatto alle loro esigenze. Il 2 aprile il consiglio cittadino aveva accolto “con fervore” la richiesta. Non solo si dichiarò, perciò, favorevole il consiglio, ma dichiarò l’iniziativa “utilissima alla pietà cristiana ed all’istruzione del popolo” e decise di rivolgersi con sollecitudine alla sede Apostolica affinché il progetto potesse essere avviato.
Le settimane, però, passavano: dal pronunciamento del consiglio erano trascorsi tre mesi senza che si avviassero le pratiche. Si aspettava in sostanza il beneplacito del papa che arrivò ai primi di luglio accompagnato da un Breve Apostolico. Cosicché l’11 luglio 1441 il consiglio ternano poté stabilire che si desse facoltà ai padri dell’ordine francescano di scegliersi il luogo che ritenessero più consono alle loro esigenze. Il luogo scelto sarebbe stato loro assegnato gratuitamente dal Comune se fosse stato di sua proprietà, e se invece il proprietario fosse stato un privato il Comune lo avrebbe acquistato e donato ai Padri dell’ordine. Non solo: si stabilì pure che quale contribuito alle spese per costruire il convento il Comune avrebbe versato cento fiorini d’oro, due formaci di calce che sarebbero state messe a disposizione una dai castello di Papigno, l’altra dalla Rocca di San Zenone. Larga maggioranza nella votazione: 149 sì e tre contrari.