1538, a rilento i lavori per il catasto di Terni: tirata d’orecchie al geometra

Il lavoro era lungo e complesso: c’era da riformare e migliorare i registri del pubblico censimento. Per questi nel corso del 1537 il Municipio di Terni aveva dato incarico al geometra Benedetto Rainaldi che pretese un corrispettivo economico piuttosto consistente, ma forniva – sulla carta – garanzie di competenza e rapidità.

Invece manco per niente, perché i mesi passavano e i risultati del suo lavoro non si vedevano. E pensare che per pagare lui il Comune aveva dovuto imporre una tassa ai proprietari dei terreni e dei fondi rustici ed aveva già corriposto un lauto anticipo.

Arrivati all’anno nuovo i componenti del consiglio cittadino il 2 gennaio 1538 presero la faccenda di petto ed inviarono energiche rimostranze al geometra imponendogli di darsi una mossa. Ed in effetti alla fine del mese di gennaio sulla base dei dati del censimento era pronto il nuovo catasto urbano che fu sottoposto all’esame da parte di due rappresentanti per ciascuno dei rioni, i quali dovevano accertarne la regolarità.

Furoo così incaricati Marcantonio di Agabito Castelli e Bartolomeo Giovenali per il rione Adultrini; Giovanni Alessandro Paradisi e Conte della Porta per il rione Amingoni; Matteo Francesco Manassei e Tommaso Sensini per il rione Rigoni; Marco Cittadini e Francesco Antonio Filippetti per il rione di Sotto; per il rione dei Fabri, Claudio Lili e Melchiorre D.Medules, per il rione Castello Silvestro Spada e Baldassarre Luci.

Essi conclusero il loro lavoro in fretta e l’11 febbraio il nuovo catasto urbano entrava in vigore dopo l’approvazione della commissione dei rappresentanti dei rioni e quella dei Pubblici Comizi.

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