I dazi? Le misure protezionistiche di scottante attualità al giorno d’oggi? Terni andò ben oltre il 29 settembre 1556 quando su decisione del consiglio cittadino fu posto un netto divieto all’acquisizione di mosto e vino “estero di territorio”. Non ci si limitò quindi a scoraggiare l’acquisto apponendo dazi.
Per i trasgressori fu prevista una pena pecuniaria piuttosto pesante: 10 scudi, ed all’epoca era un bel pagare.
Non fu altro che una decisione protezionistica, perché quell’anno v’era stata nel territorio ternano “una straordinaria abbondanza di raccolto di uve”.