Fu il Consiglio dei “Pacifici” o “Pacieri” a risolvere a Terni, il 6 maggio 1581, i problemi nati con la protesta degli abitanti di contrada Perillo. Era così chiamata la zona che attualmente è quella del Villaggio Italia e Villaggio San Giovanni.
La protesta riguardava il fatto che i Molini di San Valentino utilizzavano per i loro bisogni gran parte dell’acqua del canale Cervino, per cui non ne restava disponibile a sufficienza per chi, abitando in zona posta più in basso, doveva con quell’acqua irrigare i propri campi o orti. Secondo loro, in verità, i proprietari dei campi e dei molini di San Valentino esageravano nel fare i propri comodi e trattenevano abusivamente una quantità eccessiva dell’acqua del canale.
Il fatto era che a suo tempo, quando il Comune stabilì di realizzare il prolungamento del Cervino proprio a servizio di quelle terre, anche gli abitanti di contrada Perillo pagarono una tassa consistente di quasi uno scudo per ogni modiolo di terreno (il modiolo corrispondeva a circa 1800 metri quadrati) di cui erano proprietari. La protesta nacque dal fatto che essi non si sentivano solo danneggiato, ma anche vittime di un’ingiustizia e di una frode.
La scarsità d’acqua non provocò soltanto proteste nei confronti del Municipio, ma anche liti e risse tra gli agricoltori.
Il Consiglio dei Pacifici ritenne giuste le rivendicazioni avanzate dai contadini di contrada Perillo riconoscendo che erano vittime di un abuso e ritenne necessario porre rimedio all’ingiustizia. Nell’atto pratico incaricò una commissione che individuasse ed adottasse la misura più adatta a risolvere in beve tempo la situazione.
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