1662, “guerra” tra il Comune e il cappellano del Cassero per un terreno in riva al Nera

Il Cassero

Il Consiglio si riuni’ il giorno di Santo Stefano del 1662. Doveva trattarsi, quindi, di questione urgente quella da trattare. In effetti c’era da approvare una risoluzione con cui il Comune di Terni dichiarava “guerra” alla Fraternita del Cassero e al suo cappellano.

La diatriba era nata per il fatto che il cappellano, don Francesco Tazza, si era “allargato” un po’ tropo ed aveva deciso autonomamente di mandare alcuni contadini a compiere lavori in un pezzetto di terreno di poche migliaia di metri quadrati che si trovava tra la chiesa del Cassero e un possedimento dei Padri  Francescani. Ma quel terreno, che stava vicino al fiume Nera, era di proprietà del Comune che, ovviamente, ne rivendicava il possesso e chiedeva che i lavori fossero immediatamente sospesi. Vista l’inutilità di questo primo intervento, il Municipio si era rivolto alla Congregazione delle Liti sostenendo che quei lavori avviati in modo arbitrario potevano far pensare alla volontà di una “turbativa di possesso”, che cioè, di fatto, il cappellano alla fine potesse giungere a trovarsi nelle condizioni di divenire un giorno proprietario legittimo di quel terreno.

La Congregazione delle Liti era subito intervenuta , aveva inviato un “cursore” a far desistere gli operai dal continuare i lavori ed a cacciarli da quel terreno.

Il Cappellano, don Tazza, aveva però denunciato alla Curia Ecclesiastica quella che a suo parere era una prepotenza compiuta nei suoi confronti dalla Congregazione e dal Comune. Denuncia che fu accolta e appoggiata dal vicario del Vescovo il quale aveva emesso un mandato d’arresto nei confronti del cursore rappresentante della Congregazione delle Liti, minacciando di scomunica i componenti di quest’ultima.

Il Magistrato, il sindaco di allora, fu autorizzato ad informare dell’accaduto l’Agente di Roma della congregazione stessa, chiedendo di inviare una ordinanza di sgombero al cappellano.

Quel 26 dicembre, per non perdere tempo, si riunì il consiglio cittadino il quale era chiamati ad approvare l’operato della Congregazione delle Liti. Cosa che avvenne rapidamente, senza però tralasciare di esprimere la volontà che “si procedesse con tutta l’attività e energia a difesa de’ dritti del Municipio tanto contro la Confraternita del Cassaro che contro il suo cappellano, autorizzando altresì qualunque spesa si fosse incontrata a questo riguardo”.

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