1702, il Palazzo dei Priori (oggi teatro Verdi) è fatiscente: il Comune si trasferisce

In evidenza: Il Palazzo dei Priori nella seconda metà del 1600

Nel 1702 il Palazzo dei Priori a Terni era ormai inadeguato. Mancava, ad esempio, di locali da destinare ai pubblici archivi, ad ospitare gli uffici degli atti giudiziari sia civili che penali e, per di più, lo stato generale era prossimo alla fatiscenza per cui si sarebbe dovuti intervenire. Secondo i risultati dello studio di una commissione che il Comune di Terni aveva nominato, mettere le mani su quel palazzo richiedeva un forte dispendio di denaro per trovarsi, una volta effettuati i lavori essenziali, con un palazzo municipale già troppo angusto.

Il 6 gennaio il Comizio Municipale decise di risolvere la questione convenendo che era necessario abbandonare quel palazzo e trasferirsi  in una sede più adatta, sia per funzionalità che per decoro, acquistando un altro palazzo cittadino.  Quello, lo stesso che poi diventò il teatro Comunale e che tre secoli dopo si trova in peggiori condizioni di fatiscenza, poteva essere destinato  ad abitazione dei medici condotti ed altri dipendenti pubblici, oppure poteva essere ceduto in affitto.

Si fecero voti da parte di tutti i partecipanti alla riunione, affinché nella scelta di una nuova sede si tenesse in conto che lo scopo era di avere una sede di pubblica rappresentanza di maggiore dignità e di riunirvi tutti gli uffici comunali. Era quindi necessario individuare il palazzo da acquistare: ci fu chi suggerì il “casamento” degli eredi Rosati e di altri proprietari, ed il suggerimento fu accolto con l’unanimità dei consensi.

Fonte: Lodovico Silvestri, “Antiche riformanze della città di Terni”, a cura di Ermanno Ciocca, ed. Thyrus, Terni, 1977

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