1744, fuori dalla Curia tutti gli azzeccagarbugli

Era sicuramente opportuna la presa di posizione del papa Benedetto XIV che con una bolla papale intimava che dall’esercizio della giustizia fossero cacciati tutti gli azzeccagarbugli incompetenti. azzeccagarbugliUn obbligo che il Comune di Terni fece proprio il 12 settembre 1744, per cui si decretò che in Curia non avrebbe potuto avere accesso chi non fosse insignito di dottorale diploma. “Santissima legge intesa ad eliminare dal santuario della Giustizia tanti ignoranti o iniqui che con le loro arti malvagie formano o formeranno sempre il discredito  e il disdoro della nobilissima Professione”, chiosava Ludovico Silvestri nel riferire quanto accaduto.

In ottemperanza alla bolla del Papa il Magistrato ternano (qualcosa di simile al sindaco di oggi)  convocò tutti i notai e vietò loro “di ricever comparse o atti o scritture” da chi non potesse presentare il diploma che attestava gli studi da essi compiuti.

Qualcuno provò a protestare ma tutti coloro che si occupavano di legge dovettero sottoporsi al giudizio del Governatore di due fra i più anziani ed accreditati avvocati cittadini, Francesco Antonelli e Filippo Febei.

L’esame fu superato da Giovanni Febei, Lodovico Gravita, Tommaso Pediconi, Michel Angelo Manini e Giuseppe Nini i quali da allora furono gli unici che potevano esercitare l’attività forense.

 

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione

di memorie storiche tratte

dai protocolli delle antiche

riformanze della città di Terni

dal 1387 al 1816″.

Ristampa a cura di Ermanno Ciocca.

Terni 1977, Ed. Thyrus.

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