In ottemperanza alla bolla del Papa il Magistrato ternano (qualcosa di simile al sindaco di oggi) convocò tutti i notai e vietò loro “di ricever comparse o atti o scritture” da chi non potesse presentare il diploma che attestava gli studi da essi compiuti.
Qualcuno provò a protestare ma tutti coloro che si occupavano di legge dovettero sottoporsi al giudizio del Governatore di due fra i più anziani ed accreditati avvocati cittadini, Francesco Antonelli e Filippo Febei.
L’esame fu superato da Giovanni Febei, Lodovico Gravita, Tommaso Pediconi, Michel Angelo Manini e Giuseppe Nini i quali da allora furono gli unici che potevano esercitare l’attività forense.
Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione
di memorie storiche tratte
dai protocolli delle antiche
riformanze della città di Terni
dal 1387 al 1816″.
Ristampa a cura di Ermanno Ciocca.
Terni 1977, Ed. Thyrus.