1791, il nuovo orfanotrofio costa troppo: Terni protesta e va dal papa

In effetti sembrava che l’impresa non giustificasse la spesa. Per aprire un orfanotrofio femminile a Terni sarebbe stato necessario demolire la chiesa di Santa Lucia e costruire al suo posto un nuovo fabbricato adatto ad ospitare le scuole che andavano trasferite dal collegio dei Gesuiti in cui avevano sede: il Monte di Pietà avrebbe inoltre dovuto affrontare una spesa ingente  per la dotazione dell’orfanotrofio, perché sedicimila scudi era un capitale consistente.

Insomma la gente di Terni non era per niente contenta del piano predisposto dal Vescovo di Nocera Umbra, Francesco Lorenzo Massajoli. Questi era Delegato Apostolico in Umbria per la costituzione in alcune città di orfanotrofi che avrebbero avuto il compito di curare “l’educazione delle fanciulle prive di genitori” in ottemperanza ad un “breve” emesso dal papa Pio VI nell’ottobre del 1791.

Il vescovo di Nocera s’era impegnato al massimo e a Terni aveva compoiuto diverse visite esplorative prima di approntare il piano di intervento appena descritto. Una chiesa da abbattere, una nuova costruzione da eseguire, un capitale richiesto al monte di Pietà che veniva sotrtratto alle funzioni principali di assistere finanziariamente i cittadini, le Maestre Pie che avrebberoo dovuto occuparsi dell’orfanotrofio aferendopvi le somme che erano loro annualmente destinate… tutto ciò creava non poco malcontento in citt, e persino nel Caèitolo della cattedrale.

I Magistrati di Terni si decisero allora ad intervenire presso il papa affermando che sì, l’istituzione di un orfanotrofio femminile era una lodevole opera pia, ma sacrificava troppo i diritti di un’intera comunità a “beneficio di poche fanciulle”. Almeno così sarebbe stato se si fosse attuato il progetto del vescovo di Nocera.

Non fu l’unica lamentela arrivata al papa sul conto del delegato apostolico, per cui a tale compito fu chiamato al posto del vescovo di Nocera, il vescovo di Foligno, Filippo Trenta.

Il piano per l’istituzione dell’orfanotrofio fu completamente ripensato e stavolta ottenne il plauso dei ternani espresso in una assemblea consiliare. Secondo il progetto di monsignor Trento, infatti, la chiesa di Santa Lucia restava tale, le scuole rimanevano nel vecchio collegio dei Gesuiti mentre l’orfanotrofio sarebbe stato ospitato nel nuovo collegio dei Gesuiti, attiguo al vecchi e già esistente. Il Monte di Pietà avrebbe contribuito con un sussidio di seimila scudi ma avrebbe potuto rivalersi mediante un interesse del 2 per cento per le somme date in prestito.

Il 29 ottobre 1791, l’adunanza consiliare del Comune di Terni non solo approvò ma plaudì all’iniziativa del vescovo di Foligno, stabilendo che il Capitano Giovanni Camporeali e Francesco Antonio Mazzitelli, in rappresentanza del governo cittadino ternano, si recassero a ringraziare di persona Monsignor Trenta a nome della città.

Fonte: Elia Rossi Passavanti, “Terni nell’età moderna”. Stabilimento F. Damasso – Roma -MCMXXXIX – XVII. Ristampa anastatica a cura di Vincenzo Pirro- Tip.Stella, Terni, 2002
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