1849, ad Orvieto rum e ciambelle per Garibaldi in fuga da Roma

L’incontro col generale Garibaldi, ad Orvieto, era avvenuto alcuni giorni prima di quel 24 luglio 1849 in cui Bernardino Fracassini, firmò la ricevuta per le spese che evidentemente aveva anticipato per quella occasione. Un documento, quella ricevuta, che fa parte di una tesina che gli studenti del Liceo Majorana di Orvieto hanno elaborato in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Finita l’avventura della Repubblica Romana il generale non si era arreso ai francesi e ai soldati papalini e con circa duecento volontari stava marciando verso il  nord Italia con l’intento di continuare la sua lotta intervenendo in difesa della Repubblica di Venezia.

Da Roma, il generale e i suoi uomini avevano raggiunto Terni al calare del buio dell’8 luglio del 1849. “Gli avanzi gloriosi dei difensori di Roma” – come si legge su una lapide che ricorda l’avvenimento – provenienti da Magliano Sabina, sia accamparono sul colle di San Valentino, nei pressi della basilica e del convento. Lì restarono per tutto il giorno 9 e la mattina del 10 si rimisero in marcia, dirigendosi a Todi, da qui a Orvieto, Ficulle, Montepulciano. Avrebbero voluto raggiungere Arezzo, ma le porte della città restarono chiuse mentre gli austriaci stavano scendendo verso sud per incrociare proprio i resti dell’esercito repubblicano.

Ad Orvieto, dopo qualche incertezza si decise di accogliere il generale Garibaldi offrendogli un minimo di ospitalità.

Evidentemente le spese necessarie, o una parte di esse, furono anticipate da Bernardino Fracassini cui il Comune di Orvieto restituì, come riportato nella ricevuta, due scudi e 52 baiocchi e mezzo. Ciambelle, paste, limonate e un a bottiglia di rum, probabilmente il liquore preferito di Garibaldi, una bottiglia di Cristallo, forse un dono o forse una marca di vino.

Nello specifico questa fu la nota spese “fatte la sera della venuta del Generale Garibaldi”. 30 baiocchi costò la bottiglia di rum pagata al caffettiere Benedetto Benedetti; 12 baiocchi furono spesi per quattro limonate, 12 baiocchi e  mezzo per la bottiglia di Cristallo, 48 baiocchi erano stati rimborsati a Giovanni Pompei per l’ordinazione di trenta ciambelle e dodici limonate da parte del Confaloniere, 90 baiocchi furono pagati a Luigi Servanti per diverse paste.

A quanto sopra furono aggiunti 30 baiocchi pagati a Vincenzo Travaglini e Giuseppe Mancinelli per aver illuminato  la loggia.

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