1889, il governo scioglie il consiglio comunale di Terni

L’intenzione di ricordare Guglielmo Oberdan nell’anniversario della morte costò al consiglio comunale di Terni lo scioglimento da parte del governo e il 26 dicembre 1889 il decreto fu pubblicato sulla gazzetta ufficiale e divenne quindi operante.

1889
Guglielmo Oberdan
delegazione 1889
Il sindaco Aroldi

Era accaduto che il consiglio comunale aveva deliberato di non tenere riunione il 20 dicembre, giorno dell’anniversario della morte di Oderdank (così è nominato negli atti). Ma il Governo aveva stabilito che fossero illegali pronunciamenti o manifestazioni in memoria di chi aveva attentato alla vita del capo di uno Stato alleato perché ciò avrebbe potuto determinare un irrigidimento dei rapporti tra quello Stato e l’Italia.

Il sottoprefetto di Terni intervenne ed  ordinò quindi che non se ne facesse niente e che la riunione del consiglio, per il giorno 20 dicembre, fosse regolarmente convocata. Ma il 20 si ritrovarono in quattro, il sindaco (nel 1889 era Cesare Aroldi) e tre assessori mentre tutti gli altri componenti amministrazione cittadina rimasero a casa.

A quel punto si considerò che, nei fatti, la commemorazione di Oberdan c’era comunque stata e per di più si era mancato di eseguire un ordine del rappresentante del governo. I consigli comunali si specificava nel decreto stesso, “non debbono abbandonarsi a dimostrazioni di  carattere politico” ma limitare la loro opera “allo studio degli affarri amministrativi locali”.

“Sarebbe grave e pericoloso – si spiegava – il lasciare ai corpi amministrativi il diritto di manifestare voti in contraddizione coll’indirizzo e colle ragioni della politica del governo” , questione riservata al parlamento.

Oltre che quello di Terni anche altri Comuni passarono qualche guaio, primo fra tutti il Cokune di Monterondo: anche quel consiglio fu sciolto: aveva amnadato una lettera di consigliante alla madre di Guglielmo Oberdan.

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