1907, preziosi affreschi ritrovati nella chiesetta di San Cristoforo

Terni, San Cristoforo

Una serie di affreschi con immagini votive furono scoperti nel maggio del 1907 nella chiesa parrocchiale di San Cristoforo a Terni. La scoperta ebbe luogo mentre si eseguivano alcuni lavori all’interno dell’antico luogo di culto. Si trattava di opere definite impostanti dal Ministero delle Belle Arti, risalenti ad un periodo che va dal XIII al XVI secolo.

Il Ministero stanziò mille lire per interventi di conservazione delle opere.

San Cristoforo è una piccola costruzione, romanica, realizzata utilizzando il materiale di costruzioni che già esistevano in loco. Probabilmente v’era un tempio pagano già in epoca romana, come sembra dimostrare il materiale archeologico ritrovato, negli anni Cinquanta del secolo scorso, durante la riparazione dei danni subiti ad opera delle bombe durante la seconda guerra mondiale: si tratta di fregi, di una medusa, e di una stele e una lapide murate sulla facciata. Altri ritrovamenti risalgono agli inizi del XX secolo:per lo più bronzetti votivi. Nel complesso materiale risalente ai primi secoli dopo Cristo, quindi a mille anni prima della costruzione della chiesa.

Un luogo di culto legato anche a San Francesco che vi  trovò “albergo”, ospitato, durante il suo soggiorno a Terni, nel gennaio del 1213, dal rettore di San Cristoforo. C’è un lapide a ricordare la predicazione di Francesco a Terni e c’è, appena fuori della chiesa, il masso cui egli si appoggiava durante i suoi discorsi. Si narra anche anche di un miracolo compiuto da San Francesco che tramutò in vino l’aceto di un gentiluomo che lo aveva invitato a mangiare a casa sua.

A fianco della vecchia chiesetta ne è stata costruita, in epoca contemporanea, una più grande utilizzando il materiale tipico di Terni, la pietra sponga.

Costruita in prossimità delle mura medievali di Terni, San Cristoforo sorgeva quasi isolata: da una parte aveva orti a dividerla dalla chiesa di San Tommaso, poco lontana, mentre dall’altra si apriva la grande tenuta dei Camporeale che percorreva tutto il lato nord ovest della città, fino alla chiesa di San Francesco. Dalla famiglia ha preso il nome tutta quella zona, il cui toponimo viene ancora usato a Terni per intendere l’area che comprende piazza Tacito, e la piazza del palazzo della Camera di Commercio.

Un pezzo di campagna entro le mura medievali cittadine, con corsi d’acqua che alimentavano molini e irrigavano le colture di un campo arborato ed arativo.

I Camporeale, scesi in Italia al seguito di Federico Barbarossa, erano stati investiti del ruolo di referenti dell’imperatore, il che aveva comportato l’assunzione di una serie di poteri tra i quali lo ius presentandi, ossia la facoltà di scegliere il parroco di San Francesco, anche se questi era poi nominato formalmente dal vescovo.

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