1910, nasce la “Bosco spa”

Condotta Farfa Officine Bosco
Il trasporto di una delle prime condotte idriche costruite dalla Bosco.

Il 26 maggio 1910

Nacque la società anonima “Officine meccaniche e fonderie Bosco”. Dopo la Saffat, Terni aveva così una seconda grande azienda privata operante nel settore della siderurgia e della metalmeccanica. La Bosco, in verità era già operante da almeno vent’anni, da quando cioè Antonio Bosco, torinese,  ternano di adozione, lasciato il posto alla Saffat si mise in proprio. A Terni era arrivato nel 1886, come capotecnico impegnato nella costruzione dello stabilimento delle acciaierie e poi impiegato nella produzione. Un lavoro che non si addiceva ad uno come lui, amante del rischio nell’impresa. Gli era andata male una prima volta, quando, a 23 anni, aveva aperto a Roma un’officina meccanica. Volle riprovarci.
Acquistò un vecchio casale appena fuori di Porta Spoletina e lì impiantò un’officina di fabbro e di meccanico, occupandosi di attrezzi agricoli. Cominciò con lavori di riparazione, quindi passò a produrne di sana pianta. Fiutò la possibilità di fornire servizi alla grande fabbrica appena nata, la Saffat appunto, per conto della quale la Bosco produceva caldareria, condotte e tralicci per linee elettriche oltre ad assicurare la manutenzione degli impianti.
Nel 1910, quindi, la sua impresa era già avviata, al punto che diventava necessario fare un passo avanti. Da qui la decisione di dar vita ad una società per azioni. Quando il notaio Checconi mise su carta bollata l’atto di nascita della “Officine maccaniche e fonderie Bosco”, specificò che  il capitale sociale era di lire 202.300 suddiviso in 2023 azioni mentre il consiglio di amministrazione era composto di cinque persone: Eugenio Sardagna, presidente; Antonio Bosco, consigliere delegato; Vittorio Offredi, Ranieri Pontecorvi, Agostino Colonnelli. Sindaci Attilio Spadoni, Giulio Donati e Francesco Massarelli.
Al 30 giugno 1942 il capitale sociale  era arrivato a trenta milioni di lire: da cento lire il valore utilitario delle azioni era arrivato a mille.
Si andò avanti con vento in poppa fino alla metà degli ani Cinqanta del ‘900, poi cominciò la parabola discendente, fino alla chiusura definitiva avvenuta sul finire degli anni Ottanta.

®Riproduzione riservata

La foto delle Officine Bosco a Porta Spoletina è tratta da “Indagini- Bollettino del Cestres”, n. 23 del dicembre 1983

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