Luglio 1950, ondata di caldo torrido: a Terni due morti

caldo Motoscafo sul lago di Piediluco

Un’ondata di caldo torrido, cominciata sul finire del mese di giugno. In tutta Italia temperature record. La colonnina del termometro era sempre piuttosto lunga e si avvicinava costantemente ai 40 gradi. A Terni, in un unico giorno, si registrarono due decessi a causa dell’afa e del sole che picchiava forte. Ma Terni non fu un’eccezione, visto che in Italia si contarono, nei primi giorni di luglio dodici morti, equamente spartiti in tutte le regioni, nessuna risparmiata dall’ondata di calura.

Era l’estate del 1950 ed i giornali commentavano quel che accadeva sottolineando che in quel periodo le temperature in Italia erano più alte che nel Nord Africa. Infatti il 1 luglio 1950 la temperatura record, 36 gradi, si registrò a Roma e a Trento, mentre Milano di fermò a 35. Il 4 luglio Trento fu di nuovo la città più calda con 38 gradi contro i 37 di Roma. A Terni si viaggiava intorno alle temperature romane, aggravate dal ristagno dell’aria della conca che provocava un’afa asfissiante.

I due decessi si verificarono il 7 luglio. Un frate di 43 anni era alla stazione, aspettava il treno per Assisi: stramazzò all’improvviso. Morto a causa di un cuore che faceva già un po’ di bizze, ma si stabilì che a provocarne l’arresto fu la terribile calura. L’altro morto fu un operaio edile, stroncato mentre stava compiendo lavori di sterro che, all’epoca, si facevano soprattutto con pala e piccone, sotto il sole cocente.

In altri casi la calura fu causa indiretta di decessi: si va dagli annegati mentre facevano il bagno in fiumi e torrenti, a un giovanotto colpito da un fulmine durante un fortunale estivo.

Un fulmine cadde su un gregge e fece strage di una quindicina di pecore. Alle notizie tragiche se ne affiancavano altre curiose: un uomo che si denudò in piazza a Milano, dopo aver raccolto una piccola folla in una specie di comizio; un giovane fu trovato nudo su una strada provinciale: s’era gettato nelle acque gelide di un torrente ed un malore gli aveva perdere la memoria cosicché non ritrovò i vestiti che si era tolti prima del tuffo; due donne che si presero a bastonate col manico dello scopettone nel contendersi un mezzo secchio d’acqua che dal rubinetto della fontanella pubblica usciva col contagocce. E poi le cronache degli assalti, ai laghi e alle fontane; a fiumi, torrenti, rigagnoli e qualunque altra cosa che avesse parvenza di umido.

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