1967, s’inaugura la nuova Flaminia

Flaminia a Terni
Il Bar Flaminio lungo la Flaminia nel tratto cittadino di Terni

 

Giugno 1967

All’inizio del mese di giugno 1967 finalmente l’Anas annunciò che la variante della strada Flaminia, a Terni, sarebbe stata inaugurata entro quel mese. I lavori si trascinavano in verità già da tempo accompagnati da numerose e aspre polemiche. Ed infatti, il 28 giugno, il Ministro dei lavori pubblici, Giacomo Mancini, tagliava il nastro. Chiamare variante quella strada, come facevano allora, oggi pare per la verità piuttosto riduttivo. Perché la variante collegava la frazione di San Carlo a Narni Scalo: era cioè un pezzo del raccordo autostradale Terni-Orte e il collegamento tra la strada statale Flaminia con quella che in seguito nacque come E7, poi diventata E 45. Vero è anche che il raccordo fu inaugurato ben otto annni dopo, nel 1975: Giacomo Mancini non era più ministro e a tagliare il nastro c’era Franco Maria Malfatti.
Vista dal campanile del Duomo di Terni quella strada era prima di tutto una variante: la strada Flaminia tagliava in due la città, anche se il tracciato usato fino all’inizio del secondo dopoguerra era cambiato dando un po’ di respiro al centro. La Flaminia, infatti, provenendo da Narni, saltava il Nera a Ponte Romano, s’infilava “miracolosamente” in via Roma, traversava l’odierna piazza della Repubblica, quindi corso Tacito, per poi dirigere a Borgo Bovio e da lì a San Carlo, vale a dire ai piedi della Somma. Quella prima variante non traversava il fiume, ma da via XX Settembre proseguiva per i Lungonera, e quindi Borgo Bovio.
Negli anni Sessanta, col boom della motorizzazione, il problema era notevole: quello era l’unico collegamento o comunque il più vantaggioso tra Roma e le Marche, e quindi la strada Adriatica. Gli ingorghi erano spaventosi, le auto che percorrevano il tratto ternano per mettersi alle spalle quei tre o quattro chilometri impiegavano tempi biblici.  Da questo punto di vista la variante che cui si apprestava a inaugurare era una liberazione. Per gli automobilisti e per gli abitanti delle zone interessate. Un po’ meno vantaggiosa per tutte le attività economiche che erano nate lungo la strada: decine di distributori di benzina, l’uno attaccato all’altro, un bar ogni cinquanta metri.

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