1974, l’addio a Felice Bonomini: per Terni fu il vescovo coraggioso del “tempo di guerra”

Il Primo novembre del 1974 morì a Como Felice Bonomini, vescovo della città Lombarda. Bonomini era stato vescovo di Terni in uno dei periodi più difficili nella storia della città: dall’agosto del 1940 fino al 1947. Per Terni Felice Bonomini fu in sostanza “il vescovo del tempo di guerra”, colui che, con i suoi sacerdoti s’impegnò in tutti i modi ad alleviare le sofferenze, a confortare una popolazione che subì tanti lutti, a non far sentire abbandonata una popolazione duramente provata per gli oltre cento bombardamenti subiti. Mentre tutte le autorità militari, amministrative e politiche s’erano spostate nelle campagne vicino alla città, il vescovo rimase al suo posto, sotto le bombe, simbolo di solidarietà e di coraggio. Non a caso il Comune di Terni gli consegnò, nel 1946, un riconoscimento per l’opera prestata a sostegno della popolazione specie nel periodo dell’occupazione tedesca.
Erano i primi di giugno del 1944 quando Bonomini offrì agli occupanti nazisti la propria vita in cambio di quella di venti ostaggi ternani arrestati per rappresaglia, dopo l’uccisione di due soldati tedeschi. Con il proprio atto di coraggio ottenne la liberazione degli ostaggi. Le truppe alleate, i “liberatori”, erano vicine ed entrarono a Terni pochi giorni dopo: ma il vescovo non volle che, come gli avevano chiesto, si suonassero tutte le campane della città in segno di saluto: non dimenticava che erano le loro quelle bombe che avevano distrutto Terni.
Nominato a Papa Pio XII  Bonomini, che era bresciano, fu dallo stesso papa Pacelli trasferito alla diocesi di Como, dove restò fino alla sua scomparsa, avvenuta all’età di 79 anni.

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