1984, polemiche per lo stemma della circoscrizione Cervino: c’è un pugno chiuso

TERNI MIA

mANNI

di LORENZO MANNI

Era il 1984, l’anno dei fischi a Berlinguer che rimasero nella storia della politica italiana. In seguito la conseguenza di quei fischi si riverberò anche nelle piccole amministrazioni dove la collaborazione fra due partiti della sinistra era diventata consuetudine collaudata , a differenza di quella nazionale che subì una grossa rottura. Anche in una circoscrizione di una città di Provincia come Terni, questi segnali arrivarono ben chiari.

Le circoscrizioni, che in quegli anni esaudivano la volontà del cittadino di partecipare alle vicende pubbliche, istituite a Terni nel 1980 in numero di 9 , dovevano darsi un simbolo, uno stemma identificativo così come indicato dal Comune.

Veniero Giontella, stimatissimo insegnante e pittore, propose una sua proposta che avrebbe messo a diosposizione della circoscrizione. L’opera rappresentava la chiusa di una formetta (la zona in periodi passati era adibita ad orti ed era servita da tantissime formette derivata dal canale Cervino), la “parata” – com’era usualmente definita – che veniva azionata dalla mano per regolare il flusso. dell’acqua.

Cervino stemma Giontella
Il bozzetto “della polemica”

Essendo la zona, soprattutto, custode del Santo Valentino, Giontella rappresentò anche il bastone vescovile. Apriti cielo !.Quella mano che manovrava la “parata” di cui impugnava il manico, fu interpretata come un segno “comunista“ e nacque una vivace discussione in consiglio; tanto fu che il Presidente Emiliozzi, per evitare polemiche, rimandò il tutto a data da destinarsi e si scusò con l’autore dell’opera.

Negli anni successivi venne incaricato un insegnante dell’istituto d’arte che elaborò u lavoro ben fatto, ma molto tecnico (a mio giudizio) rispetto al precedente bozzetto. Così nella tranquillità generale venne approvata questa ultima soluzione

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