1976, a Narni Scalo falò di tre automezzi: vendetta politica?

Qualcuno sospettò che tra le cause del falò ci fosse la politica. Forse perché proprio il 20 e il 21 giugno 1976 si era votato per le politiche. Erano le politiche del 1976, quando il Partito Comunista ottenne, in Italia, una grande quantità di consensi avvicinandosi alla Democrazia Cristiana.

A Narni, era stato un trionfo per i Comunisti: 7.613 voti, il 50,26 per cento, la maggioranza assoluta, mentre la Democrazia Cristiana s’era fermata ad uno “striminzito” 27,73 per cento coi suoi 3.595 voti.

Cosicché, la notte successiva – quella del 23 giugno 1976 –  essendo Giuseppe S. un simpatizzante della Dc,  qualcuno pensò che i teppisti che avevano dato fuoco alla sua roulotte avessero agito “per sfregio”. Difficile da dimostrare, anche perché Giuseppe, 44 anni, non era mai andato in giro a sbandierare le proprie idee politiche.

La roulotte era parcheggiata a Narni Scalo. I teppisti avevano mandato in frantumi i vetri del casotto di un distributore per aver modo di azionare la pompa e procurarsi la benzina. Quindi avevano preso “in prestito” un furgone Alfa Romeo adibito a mezzo del soccorso Aci. Rintracciata la roulotte parcheggiarono a fianco, la inondarono di benzina ed appiccarono il fuoco, distruggendo anche il furgone del soccorso Aci ed un altro automezzo parcheggiato dall’altro lato.

Teppisti “comuni”, comunque, perché non si contentarono. Andarono infatti al Luna Park dove si impadronirono di un trenino di proprietà del Comune di Narni  e lo fecero precipitare lungo una scarpata non molto lontano dalla strada Flaminia. Le indagini puntarono anche sull’eventualità di una vendetta elettorale, ma in ogni modo, gli autori della notte brava di Narni Scalo non li hanno mai individuati.

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