Acciaierie di Terni in mano ai francesi? Ecco l’elenco dei veri proprietari

francesi
Pierre Teisserenc De Bort

Le acciaierie di Terni di proprietà dei francesi? Ma fate il piacere… Il 15 settembre 1888 il Don Chisciotte, un foglio milanese, smentiva la notizia pubblicata dall’Indépendence Belge  relativa a un colloquio confidenziale tra un suo cronista e il senatore francese Pierre Teisserenc de Bort, incaricato dal suo governo di firmare un trattato commerciale con l’Italia. Il senatore aveva affermato che le acciaierie di Terni erano di proprietà di capitalisti francesi e che quindi l’Italia non aveva nemmeno una siderurgia nazionale, la qualcosa non avrebbe permesso all’Italia – secondo Teisserenc De Bort – di dettare i punti chiave del trattato,
Oltretutto, appariva quantomeno disdicevole, trattandosi di una società che riceveva una certa “spinta” da parte del Governo italiano che a giovarsene fossero capitali stranieri.

Ed allora si ritenne necessario compiere un passo in più, da parte della Saffat, rispetto a quanto riferito dal Don Chisciotte. Il 16 settembre 1888, il giorno dopo, sul Bollettino delle Finanze e delle Ferrovie fu pubblicata la prova che le acciaierie ternane erano un’impresa nazionale: l’elenco degli azionisti, gli stessi che erano stati presenti o erano rappresentati nella riunione del consiglio di amministrazione che s’era tenuto il 16 giugno 1888, tre mesi prima.

Questo l’elenco.
Rosina Breda, azioni 30; marchesa Tresa da Bassano, 10; Vincenzo Breda, 1600; barone Luigi Bertolini, 200; Ludovico Maglietta, ingegnere, 160; duca Gaetano De Ferrari, 30; Alberto Rignano, 45; ingegnere Cassian Bon, belga, 100; Alessandro Casalini, 200; Antonio Canella, 50; ingegnere Cesare Fera, 50; marchese Manfredo Dapassano, 40; Federico Friggeri, 20; Eugenio Forti, 100; Angelo Levi, 200; Levi e figli, 1150; Banca Veneta, 150; Banca Generale su Roma, 250; Alessandro Levi, 100; Cesare Levi, 100; Giacomo Levi, 50; Tito Pinchetti, 300; Domenico Speer, 400; Eugenio Enrico Schneider, francese, 1500; Società generale Credito Mobiliare Italiano, 1175; Samuele Scandiani, 50; ingegner Carlo Sarefini, 75; Marco Bepo, 40; Albino Geucet de Mar, 50; Bortolo Clementi, 120; Antonio Corradini, 25; Vitaliano Lorenzoni, 30; Carlo Baseggio, 20; Giuseppe Dellavedova, 30; Matteo Debenedetti, 400; Carlo Miluta 225; Salvatore Rossena, 10; Andrea Sacchetta, 304; Alberto Treves, 1190.

La Saffat dichiarava che il complesso delle azioni riferite era di 22.748 su un totale di trentamila.

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