Licenziati dalle acciaierie sei operai iscritti alla Camera del Lavoro

Terni, 28 luglio 1914

Licenziati, di punto in bianco, sei operai elettrici delle acciaierie. Cinque di loro, nei giorni 19 e 20 luglio, avevano partecipato al congresso della Camera del Lavoro di Terni.
Era chiaro il “messaggio” e la Camera del Lavoro reagì organizzando per la sera stessa un comizio in piazza Cavallotti, con interventi dal palco di Furio Pace, dirigente del sindacato, e dell’operaio Caldari.
“Quantunque la tendenza fosse favorevole alla dichiarazione di sciopero di tutti gli operai tuttavia non si è concluso nulla”, riferiva in una corrispondenza da Terni il giornale La Tribuna.

licenziati piazza cavallotti
Piazza Cavallotti

Gli addetti all’officina elettrica al mattino successivo, quello del 29 luglio, in segno di solidarietà coi colleghi licenziati, non andarono al lavoro. Il direttivo della CdL si riunì, perciò, per prendere una decisione definitiva e chiara sul da farsi. Varie le proposte: c’era chi si dichiarava favorevole ad uno sciopero “a scacchiera”, chi spingeva per uno sciopero dell’intera fabbrica. “Altri ancora – riferiva il cronista – consiglierebbero il sabotage. Vi è però anche chi vorrebbe tentare la revoca dei licenziamenti”.
Ci volle tempo per decidere, e comunque la Trbuna non informava sulle decisioni scaturite dalle riunioni della Camera del Lavoro. Però aggiungeva una notazione a chiusura della notizia: “La città è preoccupatissima di questa inaspettata minaccia di sciopero nell’ora in cui sarebbe di danno agli interessi nazionali”.

 

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