Acquasparta, nella cava una raffineria clandestina

Acquasparta 10 febbraio 1972

Tutte quelle autocisterna che facevano avanti e indietro sulla strada che da Acquasparta porta alla cava in località Palazzone erano sospette. A che servono mezzi così specifici a una fabbrichetta che produce la calce idrata?

E così la Guardia di Finanza di Terni decise di andare a fondo e di indagare. Le indagini portarono alla scoperta di una raffineria clandestina di gasolio.

Palazzone
Acquasparta, la zona industriale

Tre romani furono arrestati, tutti i macchinari sequestrati oltre ad un’autocisterna con cinquecento quintali di gasolio pronto per essere smerciato. Il giochino era semplice: si prendeva gasolio per le caldaie del riscaldamento, lo si decolorava, lo si “aggiustava” chimicamente e lo si rivendeva come gasolio per autotrazione, che aveva un prezzo nettamente superiore rispetto a quello da riscaldamento: circa 25 lire al chilogrammo.

La raffineria aveva trovato sede in uno dei capannoni di pertinenza della fornace della calce idrata, geita da una ditta di Terni, oggi non più esistente. Lì dentro era stato attrezzato un laboratorio.

I tre arrestati, in caserma, si sono giusrificati asserendo quasi che erano lì di passaggio. Un giovanotto di 26 anni, disse che lui era il tecnico intervenuto per riparare un bruciatore che s’era danneggiato; gli altri due anche loro romani, erano gli autisti dell’autocisterna.

Insomma c’era da proseguire nelle indagini.

 

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