Agosto 1932: a Terni quasi pronta la Casa del Balilla, per la “cura ed educazione dei bimbi”

Terni, la Casa del Balilla, il monumento ai Caduti, i giardini della Passeggiata

Il 17 agosto 1932 si annunciava che stavano per essere completati a Terni i lavori della “Casa del Balilla”. Perché “a Terni – scriveva il Corriere della Sera – anche nel campo dell’assistenza all’infanzia si opera con fervida attività. Il Patronato scolastico, le Colonie marine e montane, la Befana Fascista e tutte le altre opere igieniche, istruttive e patriottiche sorte in questi ultimi tempi per volere del Fascismo, attestano come e quanto qui si curino la salute e l’educazione dei bimbi”.

In questo quadro andava inserita la “Casa del Balilla”, un edificio “ampio e arieggiato” (1.300 metri quadrati) sorto “in uno dei più ridenti punti della città” come dimostrava il fatto che quel terreno aveva “il suo fronte principale sui pubblici giardini; completamente isolarto, è in immediato contatto con la pubblica passeggiata”.

Una posizione privilegiata “per l’ottima esposizione, per i giardini che la circondano e per il panoramna che offriranno le sue ampie terrazze, dalle quali si vedrà il mare verdeggiante della pianura”.

L’edificio sarebbe costato, una volta completato, un milione e trecentomila lire raccolte con i contributi del Comune e della Provincia di Terni, del Comitato Centrale dell’Opera Balilla, “di altri Enti, di industriali e di privati”. Il tutto coordinato da un comitato guidato dal Prefetto, grand’ufficiale Antonio Le Pera “efficacemente coadiuvato” dal segretario federale, prof. Ascanio Marchini, e dal presidente provinciale dell’ONB, cavalier Bosco.

Per far posto al fabbrticato si erano abbattuti alcuni stabili preesistenti. Il complesso era diviso i due corpi. Uno con la paletra scoperta e dispense, uffici e locali annessi mentre . all’interno “nei numeroissimi ed ampi vani” erano stati distribuiti: la sala di scherma e quella per gli attrezzi sportivi, le sale per la direzione, per l’insegnamento della musica, per i comandi degli Avanguardisti e dei Balilla; gli uffici per le piccole e giovani Italiane, per il patronato scolastico ecc. Non mancavano i refettori, la biblioteca, la cucina, la dispensa mentre i locali di servizio erano ospitati nei sotterranei.

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