Amelia bloccata dalla dissenteria, in cinquecento nei “guai”

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Il 10 novembre 1961

ad Amelia si manifestarono i primi casi di una “strana” malattia: alcuni cittadini chiamarono allarmati il medico che, nonostante fosse di sabato pomeriggio, non potette esimersi dall’intervenire. I sintomi erano preoccupanti e le richieste di cure si susseguivano con drmptr maggiore frequenza. L’esito del malessere era una fortissima dissenteria che costringeva il malcapitato che ne veniva colpito a passare ore laddove è logico che si passino le ore quando si è colpiti da un guaio del genere. Il giorno dopo, la domenica, i casi erano cresciuti a dismisura, ed il lunedì si calcolò che cinquecento degli abitanti di Amelia si trovavano nella stessa situazione mentre quella che ormai era diventata una vera e propria edimeia, cominciò a creare preoccupazioni serie.  Di che malattia si trattava? Era davvero tutta colpa di un batterio ancorché non individuato? Il medico provinciale, dottor Travaglini, spallegiato dal medico condotto di Amelia intervenne con i medicamenti classici in attesa di ppoter scorpire maggiori particolaro. Nella serata del martedì, comunque, potette diffondere le prime notizie rassicuranti già nella serata del martedì, quando i primi colpiti dai forti dolori di pancia con le naturali, successive conseguenze, cominciarono a star meglio: viso dilatato, esausti, pallidi, e di continuo attaccati alla bottiglia dell’acqua, ma i dolori erano passati.
Al giovedì la paura era passata. Unico problema un accresciuto assenteismo sul lavoro, e fognature sottoposte ad una prova delle loro resistenza strutturale.
Di che fu la colpa? Non si è mai saputo. Probabilmente qualche guaio nella conduttura dell’acqua potabile. Una faccenda molto simile era capitata in quei giorni anche a Cingoli, nelle Marche: lì i colpiti dall’epidemia furono un centinaio, ma loro avevano anche la febbre alta e s’accertò che la colpa era del Comune che non aveva controllato l’acquedotto. I cento cingolani s’erano presi il tifo. L’amministrazione cittadina dovette rimborsare le spese sostenute da ciascun cittadino per curarsi. Ad Amelia, invece, niente.

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