Assisi: una statua della Madonna “cammina”

Santa Maria degli Angeli
Il santuario di Santa Maria degli Angeli e la statua dorata della Madonna

Peppone glielo diceva sempre a don Camillo: «Voi, se ve la vedete brutta fate piangere un paio di statue della Madonna e recuperate i voti». Era il 1948, si appressavano le elezioni e la campagna elettorale era tiratissima: il Fronte Popolare, di qua, la Democrazia Cristiana di là. Così quando due mesi prima di quelle elezioni, che erano fissate per il 18 aprile, scoppiò il caso del “miracolo di Santa Maria degli Angeli” il clamore fu altissimo.
Accadde la sera del 10 febbraio, un martedì. Gino e Marino, di Perugia, uno commerciante di auto l’altro elettricista, decisero di fare una gita a Santa Maria degli Angeli. Gino e Marino uscivano sempre insieme quando avevano tempo libero. Spesso se ne andavano a passare il tempo ed in cerca di avventure nei dintorni di Perugia. L’importante per loro era ammazzare la noia. Quella sera scelsero Santa Maria degli Angeli. Si fermarono a bar. Quattro chiacchiere, una briscoletta, un caffè… Erano quasi le sette di sera quando, d’improvviso Marino si alzò e corse fuori. Il volto spiritato, guardava verso l’alto, verso la sommità della chiesa costruita attorno alla Porziuncola: «S’è mossa, s’è mossa», esclamò con voce rotta dall’emozione. «Gino corre… Vieni a vede’: la statua de la Madonna s’è mossa». Gino, seguito da altri avventori del bar, accorse. «El ve’ si non è vero!» esclamò. Confermando che, sì, anche lui aveva visto muoversi la statua di bronzo dorato che raffigura la Vergine. Una statua alta sette metri, che pesa 140 chili, e che sta a quaranta metri di altezza. Fu subito un gran parlare del fatto. E già il giorno dopo era un pullulare di pellegrini. Passate trentasei ore dalla “visione” cominciarono ad arrivare i primi autobus da tutta l’Umbria, dalle Marche, dalla Toscana, dal Lazio. Frotte di fotografi e giornalisti erano a ruota. La gente affollava la piazza, grande, davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli. Tutti ad aspettare, a cercare di non perdersi il momento in cui la statua si sarebbe – forse – mossa un’altra volta. Durante il giorno niente. Ma non appena calato il buio e la statua fu illuminata da una fotoelettrica… ecco il fenomeno ripetersi.
Gli inviati di mezza Italia ci andarono a nozze. E giù articoli zeppi di episodi e reazioni da parte dei pellegrini. C’erano alcuni che, nonostante la distanza, vedevano il seno muoversi ritmicamente: «Respira, guardate respira!». «Ha mosso il pollice, sta aprendo la mano per benedire», disse uno dalla vista d’aquila. «Si è spostata in avanti almeno di mezzo metro». «Adesso si è spostata di lato». Uno arrivò in motocicletta da Treviso: «Volevo vedere se era vero – spiegò – all’inizio non vedevo nessun movimento, ho pensato che avevo troppi peccati sulla coscienza, ed infatti adesso vedo benissimo che si muove, altroché se la vedo». «Si muove o non si muove a me il miracolo me l’ha fatto – commentava soddisfatto il proprietario del bar sulla piazza – ieri ho incassato mezzo milione». Poi ci fu chi, più informato di tutti, raccontò la storia della novizia di un convento di Assisi che proprio quella notte aveva sognato l’immagine della Madonna di Santa Maria degli Angeli: «Era piena di luce», aveva commentato estasiata.
Non mancava lo scettico che tentava spiegazioni scientifiche. Fu il caso di un professore di Perugia che piazzò un potente cannocchiale e dopo ore ed ore di osservazione sentenziò: «È tutta una faccenda di vapori. Il sole batte per tutto il giorno sulla pietra bianca della chiesa. Quando fa buio la temperatura si abbassa e la pietra calda provoca il formarsi di vapore che passa davanti all’immagine. Da lontano sembra che la statua si muova ma è solo un effetto ottico». «Fu cacciato via a furor di popolo» riferiscono le cronache.
Passarono un paio di settimane, così. Alla fine di febbraio scesero in campo gli studiosi, i tecnici: pendoli, sismografi, tachimetri… «Non si muove niente, gli strumenti sono precisi – disse il capo équipe – Eppure da laggiù anche a me pareva che…». E così l’Unità ebbe modo di specificare: «La statua della Madonna non si è mai mossa». Ma ci fu chi s’ostinava a voler sperare in guarigioni miracolose, in un qualche prodigio. Lo stesso Marino,il primo «avvistatore», intervistato alla fine di aprile – dopo le elezioni e la sconfitta del Fronte Popolare – spiegò di essersi augurato che almeno gli guarisse l’ulcera duodenale. Invece niente. Per lui erano stati, comunque, due mesi d’inferno – aggiunse – coi comunisti che gli rinfacciavano che la sua storiella a loro era costata un milione di voti. «Ta me me pare ’n’esaggerazione – commentò – anche se dicono che ‘nto le cassette de l’elemosine c’honno ‘rtrovato tessere del Pci strappate ‘n due». La buriana, in ogni modo era passata. La storia chiusa.
Nessuno s’accorse di un particolare, però: il 10 febbraio 1948 era martedì, sì, ma non un martedì qualunque: era il giorno di Carnevale.

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Tutti ad Assisi: c’è una statua della Madonna che si muove

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