Calvi: “O mi dai 500 lire o ti ammazzo”. Ma finisce in gattabuia

Calvi dell’Umbria, 28 agosto 1897

Alla prima lettera minatoria, Pietro Fortini, possidente di Calvi dell’Umbria, non dette alcun peso. Quando gli arrivò, il giorno dopo, la seconda, però, si stancò. Perché il malvivente che minacciava di ucciderlo tentando di estorcergli 500 lire, più pane e vino che “temibile” bandito poteva essere? Fortini andò al Comune e consegnò le due lettere che furono fatte pervenire immediatamente ai carabinieri di Otricoli.

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Calvi alla fine dell’800

Da qui partì il maresciallo Coppola insieme ad altri due carabinieri per andare a casa di Fortini. Un casa che si trovava nella campagna ad un paio di chilometri da Calvi. Per farlo passò per una strada secondaria che costeggiava per un buon tratto la proprietà di Fortini.

Fu lungo quella strada che i carabinieri incontrarono un uomo sconosciuto che non appena li vide in lontananza si mise a correre cercando di far perdere le sue tracce entrando in un bosco. Ma i carabinieri gli furono subito addosso. Lo identificarono per Adamo Orsini, di Lugnola. In tasca aveva un pugnale e così lo portarono con loro in caserma, dove Orsini, messo alle stretta confessò: sì le lettere con cui minacciava di morte Fortini se non avesse aderito alle sue richieste, le aveva scritte proprio lui che, naturalmente, finì in gattabuia.

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