Colle Umberto borgo da vip: dal re Umberto I a Raoul Bova

Colle Umberto I
Il busto di Umberto I

“Mamma basta con tutta quest’acqua frizzante… Non mi va di berla, mi fa fare il ruttino”. Avrà quattro anni il bambino “giudizioso”. Alla madre e a tutti gli altri che stanno seduti al tavolo, all’aperto, lì sulla strada che attraversa Colle Umberto, non può non scappare un sorriso. A Colle Umberto, il giorno di San Giuseppe, fanno la Sagra delle frittelle. Le frittelle di riso, dolci: tre costano due euro, nove cinque euro, venti dieci euro. C’è – insomma – anche l’offerta speciale. Poi per mangiarsele in tutta comodità ci sono i tavolini lì davanti alla facciata di quello che potrebbe essere il palazzo sede del municipio se Colle Umberto non fosse una frazione di Perugia. Da quella facciata, comunque, nella contrada che ne perpetua il nome, il re “baffone” guarda davanti a sé, in lontananza, ma sicuramente vede anche quel che succede lì sotto, nonostante sia solo un busto di marmo. Dirimpetto, dall’altra parte della strada, su una casa, c’è la targa che indica il posto “Colle Umberto I°”, così, con l’aggiunta inutile – ed anzi errata – del cerchietto che indica il numero ordinale. Un’indicazione stradale, ma nel suo genere monumentale, scolpita com’è su una lastra di marmo.

Per la sagra delle frittelle in festa c’è tutto il paese. Poche case, da una parte e dall’altra della strada. Dopo le prime due c’è una curva a destra, percorsa la quale –se la strada fosse aperta al traffico – uno non farebbe in tempo nemmeno a mettere la marcia superiore, ché il paese è già finito. Solo dolce? No, ovvio. C’è un banco con la torta al testo che si può “arricchire” con formaggio, prosciutto, capocollo, verdura e salsiccia, barbozzo. Appresso il camper della porchetta e di fronte a questo un banco dove si vendono dolci siciliani (!).Poi a fianco a questo un altro camper: pesce fritto all’istante. Da bere? C’è un carrettino addobbato, spinto da due o tre giovanotti. Sopra una botticella col vino rosso e proprio davanti alla “cavola” una cassettina-salvadanaio. Si fa un’offerta e loro ti danno un bicchiere di rosso, quello buono. Se poi non hai spicci… beh fa niente, bevi lo stesso.

Colle Umberto
Colle Umberto I, la frazione di Perugia che prima era Colle del Cardinale cambiò nome nel 1900 in onore del re da poco assassinato a Monza

E’ un piccolo centro Colle Umberto I, che si chiama così da quando il consiglio comunale di Perugia decise di onorare il re assassinato a Monza: nella seduta del 29 novembre del 1900, “a grandissima maggioranza” l’assemblea approvò la nuova denominazione della frazione che fino ad allora s’era chiamata Colle del Cardinale. Perché proprio quella frazione fu scelta per tramandare la memoria di Umberto di Savoia? Era il settembre del 1882 quando l’Esercito italiano decise di svolgere le grandi manovre nella zona tra Foligno, Bevagna e Assisi ed il re non poteva mancare. Arrivò quindi a Perugia la sera prima dell’inizio delle esercitazioni militari, l’8 settembre, e si trattenne fino al mattino dell’11. Alloggiando a Colle del Cardinale, in quel palazzo da cui ora si affaccia il suo busto di bronzo. Da lì il re si spostò a cavallo per raggiungere la piana sotto Assisi, dove si teneva l’esercitazione più importante, quella cui assistettero i rappresentanti dello stato italiano e degli stati stranieri. Il re si intrattenne con il comandante Cosenz per una mezz’oretta. Quindi a piedi rese omaggio al monumento a San Francesco e fece visita al collegio “Principe di Napoli” per i figli degli insegnanti. Tornato sul campo di battaglia salutò “con grande affabilità i colonnelli e i giudici di campo ed è quindi rimontato a cavallo. Appena sotto il paese ha slanciato al cavallo al trotto”, raccontò il cronista, per raggiungere, Colle del Cardinale. La sera poi, la dedicò alla mondanità, intervenendo al teatro di gala a Perugia, insieme al principe Amedeo e agli ufficiali stranieri.

Da una celebrità all’altra: “Qui dietro – dice la mamma del piccolo giudizioso – c’è la chiesetta dove si è sposato Raoul Bova”. Ieri un re, oggi un attore di cinema: sic transit gloria mundi.

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