Collescipoli e la chiesetta dimenticata di Santa Maria in Valle

TERNI MIA

di LORENZO MANNI

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In questi giorni, in attesa di una nuova effettiva primavera sotto tutti gli aspetti, ho risfogliato una pubblicazione molto interessante del 2003: “Collescipoli, Storia ed arte di un centro di confine”. Ho rivisitato foto, argomenti e storie che erano finiti in un angolo della memoria ma mai cancellati. Un capitolo in particolare mi ha fatto rivivere alcuni momenti della mia prima gioventù e riguarda “La Chiesa di Santa Maria in Valle“.

Pur essendo nativo di Collescipoli (Voc. Poggio = u Poju) già la mia famiglia si era trasferita nella zona di san Valentino ma per lunghi periodi, in estate, mi recavo “in villeggiatura” presso alcuni zii che abitavano al bivio di Porta Sabina, nell’edificio di Cappelli (falegname), dopo la bottega del fabbro (ricordo Dante e poi Riziero) dov’era “u drajiu “, cioè il “travaglio“ nel quale venivano ferrati gli animali da lavoro e da trasporto.

La chiesetta si raggiungeva scendendo da una stradina sulla sinistra della Chiesa della Madonna del Colle, dov’era un fontanile. L’acqua del fontanile era utilizzata essenzialmente come abbeveratoio degli animali dei contadini che abitavano in zona. (Mi ritorna ora il ricordo dei festeggiamenti che facevano in quel luogo). Con amici ed amiche coetanei, alla metà degli anni Cinquanta ed in tarda estate, scendevamo in basso, nella vallata per raccogliere le moriche e “esploravamo“ la Chiesetta semidiroccata nella totale imprudenza dovuta all’incoscienza dell’età in cui la curiosità lascia poco spazio alla titubanza per i pericoli che si potevano incontrare. Non ultimo la presenza di covi di rettili di cui il sito era pieno.

Comunque i cestini venivano sempre riempiti con le moriche e si respiravano gli odori del luogo, i colori dell’estate matura e le prime “sensibilità“ d’animo.

Ruderi di S.Maria in Valle

Dalla pubblicazione già nominata, stralcio alcune foto e riporto le notizie storiche. La Chiesa fu costruita forse utilizzando i resti di un edificio preesistente sul sentiero che dalla Madonna del Colle portava a vocabolo Montorino e sulla Salaria e ristrutturata alla fine del XVII secolo. La dott.ssa Sabina descrive minuziosamente tutta la costruzione e la sua origine (per brevità non la riporto, invitando chi fosse interessato a consultare la pubblicazione). Cito soltanto l’affresco in un riquadro sopra l’altare in una parte del quale è (o era) visibile la Madonna avvolta con un mantello blu ed il Bambino alla sua destra. Ora – secondo notizie ricevute – la Chiesa è coperta e nascosta dalla vegetazione e, forse è una diceria che si tramanda da molto tempo, i rettili hanno occupato tutto l’ambiente. Sarebbe forse il caso di riscoprire questa Chiesetta, liberarla dalla vegetazione e soprattutto recuperare quel percorso che originariamente collegava la zona di Collescipoli con la salaria attraversando quella valle.. Non sarebbe una cattiva idea.

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