Da Collescipoli alla campagna di Russia: Sabatino Basili, l’orgoglio di un soldato di Napoleone

Storia e Memoria

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di SERGIO BELLEZZA

Il 5 maggio 1821 nell’isola di S. Elena Napoleone Bonaparte passava a miglior vita. Si concludeva così l’esistenza terrena di un grande condottiero, evento reso celebre dall’ode di Alessandro Manzoni “Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospir, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta […]”. Comandante militare divenne prima Console di Francia e poi Imperatore. Grande stratega, condusse la propria armata in fortunate campagne alla conquista di vasti territori e alla costituzione del primo Impero francese. Dopo tanti successi, la disastrosa Campagna di Russia e la sconfitta di Lipsia ne segnarono il declino sull’Europa. A determinarne la fine politica nel giugno del 1815 la sconfitta di Waterloo. Napoleone dieci anni prima era sceso anche in Italia, di cui nel Duomo di Milano si autoproclamava Re, ponendosi in testa la corona ferrea dei Sovrani longobardi. Celebre nell’occasione la sua frase “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca”. Introduceva nella Penisola i principi della Rivoluzione francese a cominciare dal quel Codice napoleonico, che sanciva la fine del Feudalesimo e dell’assolutismo monarchico, l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, il diritto di proprietà; affermava la laicità dello Stato e l’uso della scuola pubblica, introduceva il divorzio e la coscrizione obbligatoria.

Collescipoli napoleone
La medaglia di Sabatino Basili

Tanti i tanti italiani chiamati alle armi, anche Sabatino Basili, nato a Collescipoli nel 1794, che prese parte a varie campagne, compresa quella di Russia. Dopo la sconfitta di Lipsia, ritornava al proprio paese a piedi, a conclusione di un lungo viaggio. Non dimenticava però il suo Comandante, di cui conservava profonda ammirazione. Ricordava spesso le vittoriose battaglie sui russi a Vilna, Smolenk, Moscova, l’incendio di Mosca, la tragica ritirata tra i ghiacci, l’ecatombe di soldati e compagni nelle gelide steppe, nel letto della Beresina. Nei giorni di festa sfoggiava orgogliosamente sul petto del suo “rabbone di velluto nero” l’artistica medaglia di bronzo distribuita ai reduci delle campagne napoleoniche, recante davanti l’effige di Napoleon I empereur coronata di foglie d’alloro, sul retro la scritta Campagnes dal 1792 al 1815. Un riconoscimento che dava un senso all’esistenza di quel “piccolo grande eroe”,che nel 1882 lasciava umilmente questo mondo, così com’era sempre vissuto.

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