I frati dell’Eremita si trasferiscono a San Martino

Il 24 giugno 1583

Il Consiglio del Comune di Terni aderì alla richiesta che era stata avanzata dai frati cappuccini dell’Eremita, i quali rapprentarono la necessità di costruire un nuovo convento. Il loro sorgeva – spiegarono – in luogo difficile da raggiungere per i pellegrini che dovevano ospitare, essendo lontano dalla città e “fuori di strada”. Perciò decisero di traslocare dalla zona che oggi viene ancora chiamata della Romita e presentarono istanza alla comunità ternana affinché fosse concesso loro di erigere il nuovo convento a fianco della chiesa di San Martino, cui era annesso un “casamento rurale”, poco al di fuori delle mura cittadine.

Frati San Martino Conventi
Il convento di San Martino

Chiesa e casamento erano di proprietà della Mensa episcopale, però,per cui era necessario interpellare il vescovo, Girolamo Petroni Romano. Il vescovo fece sapere che era senz’altro favorevole ad appoggiare la richiesta dei frati cappuccini. Però – aggiunse – egli doveva pensare anche al bilancio della Mensa episcopale e siccome da quel possedimento di San Martino si ricavavano 70 ducati e 14 decime di canapa l’anno, egli aderiva volentieri alla richiesta dei frati ma c’era bisogno che qualcuno, il casamento rurale con annessa chiesa, doveva pagarglielo. E così il Comune, nel rispondere positivamente alla richiesta dei cappuccini, nominò una commissione per trattare col Vescovo la contropartita. Della commissione furono chiamati a  far parte Leonoro Cittadini, Paolo Pacetti e l’avvocato Onofrio Simonetta.

 

Fonte: Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816″. Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. Terni 1977, Ed. Thyrus.

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