Froscianti, l’amico di Peppino Garibaldi

L'ex municipio di Collescipoli e la lapide dedicata a Giovanni Froscianti
La lapide dedicata a Froscianti sulla facciata dell’ex municipio di Collescipoli

Garibaldi a Terni mise piede in numerose occasioni. Di passaggio, certo, ma dove non era di passaggio, lui? Giusto a Caprera risiedette con continuità e negli ultimi anni. A Terni era stato nel 1849, quando, caduta la Repubblica Romana se ne andò con almeno un migliaio di fedelissimi verso Venezia (vedi “Garibaldi s’accampa…”  e “Qui Garibaldi si fermò…”) e più spesso quando, dopo il 1861, nato il nuovo stato italiano rimaneva ancora da portarvi la sua capitale, Roma. Terni era città di confine e diventava luogo logisticamente favorevole per il concentramento dei volontari che, in più occasione, tentarono di liberare Roma dal potere papale.
Truppe di volontari garibaldini partirono da Terni anche per andare a combattere a Villa Glori, a Monterotondo, a Mentana. E di patrioti ternani Garibaldi aveva conoscenza diretta: i Fratini, i Faustini e tanti altri. E a Terni aveva anche un amico, vero. Uno che, finiti i tempi dell’epopea garibaldina, fu con il generale nei primi tempi del soggiorno a Caprera, aiutandolo a dissodare il terreno attorno casa. Uno che col generale aveva ovviamente combattuto e che nell’isoletta sarda era di casa. E non poteva certo mancare, nel 1882, quando Giuseppe Garibaldi morì: era Giovanni Froscianti, classe 1811, di Collescipoli. Uno che cominciò a vent’anni, nel 1831, a combattere per la libertà, pagando il prezzo della sua scelta con una vita che l’ha visto per lunghi anni essere costretto alla macchia, all’esilio, all’andare ramingo per tutta l’Italia.
Con Garibaldi aveva in comune anche l’appartenenza alla Giovine Italia di Mazzini, cui Froscianti aderi subito essendo egli parte attiva ed integrante della tradizione repubblicana di Collescipoli. Solo per un breve periodo riuscì a trascorerre una vita normale: nell’estate del 1846 usufruì dell’amnistia concessa da Pio IX ai ricercati politici per celebrare la propria ascesa al papato. Froscianti, che era alla macchia, andò ad abitare a Piediluco e cominciò a lavorare presso la Ferriera Pontificia di Terni. Ma durò poco, perché alla ferriera scoppiò una sommossa ed uno come lui non poteva certo tirarsi indietro, anzi… Tornò uccel di bosco, ma si avvicinava il ’48 ed ebbe modo di esaltarsi partecipando da par suo all’avventura  della Repubblica Romana.
A Collescipoli lo ricorda una lapide posta sull’ex palazzo municipale: “A Giovanni Froscianti della falange dei Mille compagno a Garibaldi in Caprera e nelle guerre per l’Indipendenza”. La lapide fu posta nel 1891 per gli ottant’anni dalla nascita a cura dei municipi di Collescipoli e Terni e degli amici di Froscianti.

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Froscianti, l’amico di Peppino Garibaldi

Per saperne di più: Andrea Giardi, “Giovanni Froscianti e Giuseppe Garibaldi amici e compagni d’armi”

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