1612: i Priori di Terni e le misure a tutela della privacy

Oggi si penserebbe anche ad una difesa del diritto alla privacy, ma allora, il 15 luglio 1612, gli scopi erano altri anche se gli effetti alla fine gli effetti erano anche proprio quelli di mantenere una certa segretezza riguardo i dati “sensibili” di ciascun cittadino. Quel giorno il consiglio cittadino di Terni stabilì infatti di vietare a “notari e attuari” di “dar fuori” dai loro uffici libri e scritture originali che avevano in custodia.

Ad una richiesta in tal senso essi potevano assentire soltanto diero il pagamento di un pegno consistente e commisurato al valore della “crittura” richiesta. Lo scopo era quello di evitare che libri ed atti originali privacydetenuti dai notai andassero smarriti o – peggio – venissero rubati. Si trattava pur sempre di “carte” sulle quali “riposa la fede pubblica”, spiegava il consiglio cittadino. Il quale affinché il divieto fosse rispettato faceva voti che “i Signori Priori punisser severamente e senza riguardi i Notari che non rispettassero cotesto salutare divieto”.

Fonte: 
Lodovico Silvestri, “Collezione di memorie 
storiche tratte dai protocolli delle antiche 
riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816". 
Ristampa a cura di Ermanno Ciocca. 
Terni 1977, Ed. Thyrus.

 

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