Il frate che inventò la banca del grano

La lapide a Bernardino da Colpetrazzo
Colpetrazzo, a sin. la chiesa parrocchiale

Chissà se si può parlare di Guinness dei primati? Certo è che difficilmente un paesino di poche decine di abitanti può farsi vanto di avere uno dei suoi figli citato nel dizionario Biografico degli Italiani della Treccani. Colpetrazzo, frazione di Massa Martana, invece sì, può farlo. Grazie a Bernardino – ovviamente – da Colpetrazzo.
Non poteva quindi mancare la lapide, sul fianco della chiesa parrocchiale, dedicata al «Primo storico dell’Ordine
dei Cappuccini, predicatore dall’ardente spirito apostolico, ministro della provincia serafica in patria e fuori a sollievo dei poveri fondò e resse i monti frumentari e Dio lo ornò col dono del miracolo».
La sintesi estrema della vita e l’opera e persino il riferimento al dono del miracolo che nelle biografie di Bernardino di solito non viene nemmeno menzionato, anche se non mancano testimonianze sul fatto che, nel perioodo in ci dimorò nel romitorio di Cesi, Bernardino “fece molti miracoli”.
Bernardino nacque in una di quel gruppetto di case che allora facevano parte del del contado di Todi il 25 novembre del
1514, figlio di Niccolò Croli e di una «certa Franceschina». Gente povera. A 18 anni si fece frate entrando nell’Ordine
dei Minori Osservanti, per poi passare quasi subito tra i Cappuccini, i cui superiori l’incaricarono di scrivere la storia dell’Ordine. A farlo più conosciuto tra il popolo fu però l’iniziativa da lui intrapresa nel 1592, quando creò una specie di banca del grano: grano vero nel senso di frumento non in quello figurato di banconote fruscianti. Era il Monte Frumentario cui i contadini consegnavano una certa quantità di sementi costituendo un deposito cui poteva attingere chi, al momento della semina, non ne aveva disponibilità sufficiente.
Quando il grano veniva consegnato, sia da chi lo depositava, sia a chi lo prendeva in prestito, la quantità era misurata con un recipiente prestabilito che veniva riempito a raso; alla restituzione lo ri riempiva invece a colmo e quindi con una quantità di semi maggiore che costituivano l’interesse corrisposto.
Il Monte Frumentario di Colpetrazzo (ma molti altri poi ne nacquero in varie parti) è restato operativo fino al 1867, quando passò alla congregazione di carità di Massa Martana per finire poi, nel 1937, all’ente comunale di assistenza.

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