Il Gran Gala all’Hotel Plaza: gli “inviti”, le autorità e la Star

TERNI MIA

di LORENZO MANNI

Eravamo alla metà degli anni 60. Prima che terminasse  il mese di ottobre, veniva organizzato il “Gran Gala” presso i locali dell’ “Hotel Plaza“ (Caffè Principe) a piazza Tacito da parte dell’Associazione Combattenti e Reduci ed io ebbi modo di “partecipare” alla realizzazione insieme ad altri tre o quattro ragazzi,  per alcuni anni.

L’organizzatore era il signor Lo Monaco, un signore che si presentava bene, dall’accento meridionale, con i capelli candidi e dai modi gentili. Veniva ospitato presso la sede dei Combattenti e Reduci, allestiva un ufficio con un telefono di quelli neri con una linea dedicata temporanea e da li svolgeva il suo lavoro che consisteva nell’offrire gli “inviti“ di partecipazione previo pagamento di una cifra che, se non ricordo male, era intorno alle 1.500 lire cadauno. Telefonava a tutti i professionisti, artigiani, titolari di negozi etc , che trovava sull’elenco  invitandoli a contribuire all’iniziativa. Aveva  una “professionalità” tale che, in caso di rifiuto, chiedeva dei gadget che poi sarebbero serviti per la lotteria svolta nella serata del Gran Galà, e quasi sempre ci riusciva. Insomma in un modo o in un altro coinvolgeva tantissime persone nella buona riuscita della manifestazione.

Naturalmente gli inviti dovevano essere consegnati e riscosse le quote degli stessi, oppure c’erano ritirare i gadget offerti e questo era il compito di quei ragazzi, fra i quali io, che  con mezzi propri svolgevano il lavoro di rider già in quel periodo.

Il primo anno ci accontentammo della cifra “pattuita” di 1.000 lire al giorno, d’altronde guadagnare una ventina di migliaia di lire, per degli studenti, in quel periodo in cui  un operaio aveva una busta paga non di molto superiore alle 50mila lire, era più che sufficiente.

Il secondo anno i ragazzi iniziarono a rivendicare una cifra maggiore e convennero per il riconoscimento di altre 250 lire (per la colazione dicevamo) per poi passare , successivamente anche al riconoscimento di una “quota benzina“ per coloro (che poi, alla fine, uno soltanto era “motorizzato“, gli altri in bicicletta) il quale doveva consegnare l’invito in zone lontane e spesso doveva ritornarci più di una volta per portare a termine l’incarico.

Inviti porta a porta e il gran ballo

Il lavoro di consegna terminava un paio di giorni prima della serata di gala, comunque eravamo impegnati ad allestire la grande sala all’interno del “Plaza “ con manifesti, disposizione dei premi della lotteria, il palco dell’orchestra, il  botteghino e quanto altro sotto la direzione del sig. Lo Monaco, il quale teneva tantissimo a mettere in mostra un manifesto di una Star che avrebbe presentato la manifestazione. La Star… diciamo che era una bella donna non più giovanissima che, guarda caso, si chiamava Stella (forse era il nome d’arte?) oltre ad essere la compagna dell’organizzatore.

Partecipavano al ballo moltissimi giovani dell’epoca, forse qualcuno aveva ricevuto in regalo il biglietto, ma soprattutto era folta la presenza delle “autorità“ che facevano “passerella” fra queste ricordo la figura del presidente della Croce Rossa locale per le sue foltissime ciglia, Combattenti dell’esercito e  Partigiani (conobbi in una di quelle occasioni  “Pasquale” ex comandante della Brigata Gramsci), il colonnello comandante della Fabbrica d’Armi (allora era anche caserma oltre ad essere opificio), sindaco, rappresentanti associazioni d’arma  etc…insomma tante personalità locali.

Non mancava, durante la cerimonia, un mazzo di fiori per colei che veniva  nominata “Reginetta della serata“ ed uno per la “Star “.

Conclusa la festa , dovevamo rimettere a posto la sala . Facevamo mattina. Tanto era domenica e non avevamo l’impegno della scuola….

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