La corsa delle “bicchierette” e la caccia alla figurina di Anquetil

anquetil

Terni Mia

di LORENZO MANNI

A proposito di corse ciclistiche, dopo il giro d’Italia ci sarà il tour de France.

Uno dei passatempi dei ragazzini degli anni 60 era giocare con le “bicchierette” (tappi corona) su una “pista” tracciata in terra. Si scavava un percorso più o meno tortuoso, della profondità e larghezza di circa 10 o 12 centimetri , con salitelle e discese per finire, nel punto di congiunzione, in un tratto rettilineo a cui applicavamo traversalmente, tramite due bastoncini la scritta, da una lato “partenza” e dall’altro “traguardo”.

La lunghezza complessiva della pista non era fissa, poteva variare tre o quattro metri fino a raggiungerne una decina, ciò era dovuto dalla disponibilità del luogo che si sceglieva. I ragazzi, per giocare, dovevano venire dotati di bicchierette già preparate. Si ritagliava la figurina di un corridore (allora erano ambite le figurine oltre che di Bartali, Gimondi e Coppi quelle di Anquetil, Mercks, Poulidor etc) e la si incollava nella parte interna del tappo.

Dal lato della “partenza” si iniziava a giocare dando una spinta alla bicchierette con l’indice scoccato dal pollice, poi in sequenza seguitavano,uno alla volta gli altri giocatori fino a raggiungere il “traguardo”.

Non era facile, per noi ragazzetti, recuperare le bicchierette. Bisognava rivolgersi a bar o bettole pregando il gestore di regalarcele, ma spesso c’era un rifiuto perché servivano anche per altri usi e la richiesta era tanta.

Molti le chiedevamo per riutilizzarle nell’uso domestico, dopo averle risagomate con degli stampi calibratori, anche per sostituire i tappi di sughero per chiudere le bottiglie quando si preparava il passato di pomodoro. Gli stessi gestori dei locali le utilizzavano per realizzare le tende scacciamosche della porta d’ingresso. Venivano piegate al centro e serrate, una dietro l’altra, intorno ad uno spago di lunghezza della porta e questa composizione veniva fatta in numero sufficiente a coprire la luce della stessa. I capi degli spaghi venivano fissati ad un listello di legno ad una distanza di 2 o 3 centimetri il quale successivamente veniva applicato a dei ganci sopra la porta d’ingresso.

Oltre a scacciare le mosche emetteva un suono quando entrava in cliente ; servivano anche per avvisare che quest’ultimo era entrato nel locale. Altri periodi , quando il consumismo era molto più contenuto e venivano realizzati oggetti, per svago e per necessita con materiale oggi considerato di scarto.

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2 Risposte a “La corsa delle “bicchierette” e la caccia alla figurina di Anquetil”

  1. Bel racconto! Perché non lo pubblichi su La Pagina insieme a qualche foto?

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