Sulla consolare Flaminia alla ricerca del Ponte Sanguinario

La Flaminia Romana, oltrepassato Pons Minucius sul Tevere entrava in Umbria ad Ocriculum,l’antica Otricoli: un centro importante. Sul fiume, un porto _ Porto dell’Olio _ da cui si trasportavano a Roma olio, grano e comunque tutto ciò che si commerciava. Sito archeologico di grande valore, la Otricoli Romana, poco ha a che vedere con l’odierna sede della cittadina nata successivamente su una collina che sovrasta la valle del biondo fiume.
Traversata Ocriculum la Flaminia s’inoltrava in mezzo a quelli che oggi sono campi coltivati e dirigeva verso Narni. L’antica Nequinum che i Romani avevano conquistato con sudore cambiandone il nome (perché oltretutto sembrava che farlo portasse bene) in Nahars, “ispirandosi” al fiume Nahar, il Nera, che scorreva ai piedi del colle.
Era a Narni che, poi, la strada si biforcava nei due diverticoli che attraversano l’Umbria. Uno, che dal Ponte di Augusto, andava verso Carsulae e poi a Bevagna (Mevania). L’altro che passava invece per Terni, Spoleto, Foligno.

Ponte Sanguinario
Ponte sanguinario tra Otricoli e Narni

Ma prima di arrivare a Narni, prima di inerpicarsi, passata Vigne, verso la zona detta di Madonna Scoperta c’è Ponte Sanguinario. Oggi vi passa la statale n.3 Flaminia: tre corsie, con un incrocio. A sinistra si va verso Taizzano e la Tiberina, a destra verso Madonna Scoperta e Narni. Però sotto il nastro di asfalto c’è ancora una testimonianza, visibile solo scendendo lungo il dirupo, di epoca Romana: un arco e un bugnato. Poca cosa rispetto all’antica costruzione. Ponte Sanguinario, che i narnesi chiamano “Sanguinaro”. Un ponte che compare in diversi racconti trasmessi di padre in figlio. Racconti che non collimano. Secondo alcuni il ponte fu chiamato Sanguinario perché su di esso ebbe luogo una battaglia tra Romani e Barbari: una battaglia tanto cruenta che l’acqua del torrente sorto il ponte divenne rossa per il sangue dei morti e dei feriti. I Barbari comunque furono sconfitti e respinti. Per altri, invece, la soria è un’altra: i barbari in marcia verso Roma a Ponte Sanguinario incontrarono San Giovenale, oggi protettore di Narni, e domandarono a lui quanto era distante Roma. “Uh – rispose questi – sta così lontano che io che ne vengo per arrivare fin qui ho consumato sette paia di sandali di ferro”. Al che – recita la leggenda – tra i barbari ci fu chi decise di tornare indietro. Altri invece insistevano per continuare verso Roma, fino a che litigarono e si scontrarono tra di loro, uccidendosi l’un l’altro. Col sangue che arrossò l’acqua del torrente. La variante più accreditata è comunque quella secondo cui  _ con la storiella delle sette paia di calzari di ferro consumati _ San Giovenale salvò dai barbari Narni e non Roma.

ponte sanguinario
Spoleto piazza della Vittoria; a sinistra l’ingresso per scendere verso il Ponte Sanguinario sotto il livello stradale

E gli storici? Ce n’è uno che prende di petto la faccenda di Ponte Sanguinario. E’ Antonino da San Gemini, che nel 1798 scrive il libro “L’Umbria vendicata negli antichi e naturali suoi diritti”. Egli dedica un capitolo all’antica strada Flaminia e si preoccupa di risolvere il “busillis” se il vero tracciato è quello che passa per Carsulae e Bevagna (e San Gemini) o quello che passa per Terni e Spoleto. Egli propende per la prima ipotesi e, nel tentare di dimostrarla, ricostruisce la calata in Italia di Annibale. Entra così in ballo un altro Ponte Sanguinario, facente parte della Flaminia Romana: quello di Spoleto, opera ben più monumentale seppur attualmente “fuori itinerario”, visto che fu costruito per scavalcare il Tessino e che è caduto in disuso (fino ad essere interrato) dopo che il corso del torrente fu deviato per costruire le mura di Spoleto.
Riferisce Antonino che in un luogo poi chiamato Ponte Sanguinario si scontrarono le truppe di Marco Giulio Emiliano, che della Cappadocia _dov’erano di stanza _ dirigevano su Roma per prendere il potere, e quelle dei due imperatori Treboniano e Vespasiano. Accadde che Treboniano e Vespasiano furono uccisi dai loro soldati i quali si unirono ad Emiliano che divenne imperatore. Dov’era quel ponte? A Spoleto o a Narni? C’è una frase nei testi latini _ continua Antonino _ che crea confusione. Essa tradotta è più o meno la seguente: “Presso Spoleto, o meglio, vicino al ponte chiamato Sanguinario, posto a metà nella zona tra Otricoli, Narni, Spoleto, Roma…”. Stanti così le cose potrebbe trattarsi sia del ponte di Spoleto, sia quello di Narni, «Ognuno potrà scegliersi perciò quello che più gli piace», conclude Antonino. Il ponte Sanguionario di Spoleto, però, sembra abbia preso tale nome dopo il martirio dei cristiani, avvenuto in quel luogo.

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