La radio, un secolo fa ogni finestra s’aprì sul mondo

Storia e Memoria

di SERGIO BELLEZZA

Storia e memoria rubriche

La radio, una sorta di magia che ha caratterizzato il XX secolo. Appannaggio di pochi,  strumento d’élite all’inizio, entrato gradualmente in ogni casa, rompendo l’isolamento e il provincialismo, inaugurando l’era della comunicazione di massa.

Il primo vagito circa un secolo fa, il 6 Ottobre 1924, sotto l’egida della URI, Unione Radiofonica Italiana, un’emanazione della Western Electric Company e di società italiane. La guidava Enrico Marchesi, esponente del mondo imprenditoriale ed uomo di fiducia di Giovanni Agnelli. Le trasmissioni s’aprirono con le note di “Giovinezza”, prima annunciatrice fu Maria Luisa Boncompagni, mentre il notiziario era affidato all’agenzia Stefani.

Mussolini comprese subito l’importanza della Radio e la utilizzò come strumento di consenso popolare. Basti dire che nel ’29, a dispetto della crisi mondiale, l’EIAR, che nell’Italia Fascista aveva sostituito  l’URI, raddoppiò le ore di trasmissione, portandole a 16.000. Tante canzonette tra cui la celeberrima “Reginella Campagnola”, trasmissioni vedi “L’ora del Dilettante” e “Botta e Risposta” di Silvio Gigli,  romanzi a puntate come “ I Tre moschettieri “. Comparve anche la pubblicità, biasimata e giudicata sacrilega dagli ascoltatori.

Con la Radio la propaganda di Regime invase la Penisola intera, ma anche  altri Paesi. Già nel ’33 Radio Bari trasmetteva in lingua albanese, due anni più tardi Milano Stazione inondava l’Europa di bollettini in Tedesco, Inglese, Spagnolo, Ungherese, Bulgaro, addirittura in Esperanto. Durante la Resistenza gli italiani la useranno di nascosto per ascoltare Radio Londra.

Alle varie trasmissioni partecipavano intellettuali del calibro di Gabriele D’Annunzio e Pirandello, nomi importanti come Raffaele Calzini, Salvator Gotta, Guido da Verona, Gino Rocca, Enzo Ferrieri.

Note e melodie invadevano le case degli Italiani, favole e romanzi infiammavano il cuore e la fantasia di grandi e piccini. Le trasmissioni di maggior ascolto però quelle sportive. La prima : Italia-Ungheria il 25 Marzo 1928, a seguire l’europeo di pugilato tra Bosisio ed il francese Molino il 1° Aprile dello stesso anno. Arriveranno poi le galoppate di Gino Bartali e Fausto Coppi, i match mondiali di Loi e Benvenuti, le radiocronache di Niccolò Carosio e Nando Martellini, “Tutto il Calcio Minuto per Minuto”.  

Con l’Italia Repubblicana nasceva la RAI, che continuava a trasmettere in regime di monopolio assoluto. Con Sanremo e Cantagiro diffondeva tra giovani e anziani la canzone italiana. L’arrivo della televisione determinava un momentaneo appannamento della radio. La nascita di quelle private, la rilanciava prepotentemente. negli anni ’70, un vero  boom, un fiorire continuo di emittenti nazionali e locali. La prima a nascere nella nostra città, Stereo Terni dell’imprenditore Tacconi: tanta musica e servizi sulla Ternana. L’anno successivo Radio Evelyn cui seguiranno nel tempo Radio Galileo, Radio Alternativa, Radio Incontro e Radio Antenna Musica. Nascevano anche nei centri minori, vedi ad esempio Radio 11 a Collescipoli e Radio Agorà ad Amelia. Quasi tutti  azzittite, sostituite da  tante altre, nate a rinverdire il successo ed a riaffermare il ruolo della mitica, cara Radio.

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