In Umbria si votò nel 1952 e i risultati dell’anno prima, con Comuni che avevano cambiato “casacca” da una parte e dell’altra, avevano contribuito a far salire la tensione. E’ quanto sperimentarono nella tarda serata del 19 maggio 1952, una settimana prima del voto, due attivisti del Psdi, Vittorio Cenzotti e Duilio Segatori, i quali avevano l’intenzione di affiggere manifesti di propaganda del loro partito a Lacugnana, frazione del Comune di Perugia, notoriamente rossa. I due socialdemocratici furono subito circondati da un gruppo di comunisti: “Nel nostro paese si attaccano solo manifesti comunisti o al massimo socialisti”, spiegarono. I due dovettero ritornare sui loro passi portandosi dietro colla e manifesti.
Il giorno prima, il 18 maggio, sempre a Lacugnana si era verificato un altro episodio intimidatorio nei confronti degli esponenti di una lista civica apparentata con la Democrazia Cristiana. Due di loro, Giorgio Spinelli e Lorenzo Mariani, si avventurarono nella frazione rossa con l’intenzione di tenervi un comizio. Appena il primo di loro aprì bocca davanti al microfono dell’altoparlante a tromba, fu zittito con fischi e urla, dopodiché ci fu chi si avvicinò minacciosamente al palco, Il comizio ovviamente non ci fu e ai due oratori mancati vennero buone le gambe.
Inevitabile l’intervento del Prefetto di Perugia il quale proibì che a Lacugnana si tenessero comizi di rappresentanti del Pci e del Psi per cinque giorni, cioè praticamente fino alla chiusura della campagna elettorale.
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