Alessio Patalocco
Verso la città emittente
L’involucro come elemento di transizione tra Architettura e Immagine.
Prefazioni di Raynaldo Perugini e Enrico Menduni
Edizioni Accademiche Italiane- Saarbrücken 2015
Francesco Donnarumma
Omaggio a Vincenzo De Angelis
Ed. Scafati 2015
Cecilia Cristofori (A cura di)
Terni e Bilbao. Città europee dell’acciaio
Franco Angeli, Milano 2014. Pp.224. Euro 25.
Andrea Giardi
Giovanni Froscianti e Giuseppe Garibaldi amici e compagni d’armi”
Ed. della Soprintendenza Archivistica per l’Umbria,
pagg. 256, euro 15
Adolfo Puxeddu- Marianne Gackenholz Puxeddu,
I Tramazzoli. Una famiglia ternana del Seicento
Ali&no editrice, pagg. 97, € 14
Roberto Tincano,
“Memorandum”
Danilo S. Pirro, “Enrico Lattes, l’architetto ritrovato”.
Danilo Pirro col suo libro “Enrico Lattes, l’architetto ritrovato” lancia una provocazione ponendo un dubbio: la concezione urbanistica secondo cui s’è sviluppata Terni quanto e come è stata influenzata dalle idee di Mario Ridolfi? O trova invece il seme nelle azioni di altri? E’ un’esortazione a rivisitare il tema, a discuterne in termini scientifici. Intanto: perché Enrico Lattes è “l’architetto ritrovato”? Pirro lamenta, implicitamente, un misconoscimento dell’opera di quel giovane di talento, scomparso repentinamente a trent’anni a causa di un incidente stradale. Quale segno ha lasciato Lattes su Terni?
Alberto Favilla, “I Ragazzi di san Giovanni– Terni, una storia di quartiere”
La passione per il calcio, anzi per il pallone. E’ il punto di partenza. Quel che spinge i ragazzi del quartiere a ritrovarsi nello stesso luogo, un campo dove bastano due legni incrociati a fare da porta per dare “quattro zampate”. Nel caso in questione il campo è quello del quartiere San Giovanni, dove tra la metà degli anni Settanta e degli Ottanta passava le giornate un gruppo di ragazzi. Un gruppo nutrito, perché comprendeva quasi tutti quelli che in quel periodo avevano dai 13 ai 25 anni. Con qualche eccezione perché non mancavano quelli più “anziani” e c’era sempre chi si portava appreso un fratello più piccolo.
Pompeo De Angelis, “L’isola senza mare- Storia del Piano di Sviluppo Economico dell’Umbria”.
Gli anni sono quelli del boom economico italiano. Vale a dire la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta. La crescita “miracolosa” del PIL (mediamente in quegli anni in aumento di oltre il 6 per cento), una produzione industriale che saliva del 30 per cento annuo, la crescita dei consumi, il basso costo del lavoro anche grazie a migrazioni interne di massa dal sud al nord industrializzato, l’oscar delle monete assegnato alla lira.
In Umbria c’era un problema, però: la crescita economico-industriale italiana non produceva effetti positivi..