Madonna delle Sbarre in abbandono

Capitone, Narni
Capitone, Madonna delle Sbarre

Venticinque anni fa era ancora intatta, seppur utilizzata solo raramente per dirvi messa. Ma quella chiesa lungo la strada per Amelia, nei pressi di Capitone – frazione di Narni – al momento è in totale stato di abbandono. E l’incuria, sia sa, provoca in poco tempo danni sempre maggiori fino a che diventano irreparabili.
La chiesa è dedicata alla Madonna delle Sbarre. La sua costruzione risale al XVI secolo. A prima vista non sembra un’opera d’arte straordinaria, ma è testimonianza di un’arte rurale e di un periodo storico preciso nella vita della frazione di Capitone, piccola, ma ricca di storia. Sicuramente Capitone esisteva già, perché se ne trovano tracce nei documenti, intorno all’anno Mille. Quando, qualche secolo dopo, l’Italia divenne unita era ancora un comune autonomo, ma dovette adeguarsi al riordino amministrativo compiuto dai “piemontesi”, passando sotto Narni. I capitonesi, orgogliosi, pretesero però che si “mettetesse a verbale” che avrebbero avuto il diritto di riacquisire la loro autonomia nel caso in cui leggi future lo consentissero.
La Chiesa della Madonna delle Sbarre è fuori dell’antico Castrum Capitonis e, come testimonia in un suo libro Ilo Mariotti (uomo politico  di Capitone e studioso della storia del proprio paese natale) è una delle sei chiese dedicate alla Madonna che s’incontrano lungo la strada che da Narni raggiunge Capitone. La prima tra di esse è la Madonna del Ponte: a chiudere l’elenco – appunto – la Madonna delle Sbarre così chiamata perché costruita nelle immediate vicinanze dei cippi che segnavano i confini tra Narni e Amelia.
Una chiesa che fu importante anche per essere stata parte di una Confraternita e di una cappellanìa, vale a dire che in nome della Madonna delle Sbarre si operava per la diffusione del culto cattolico mettendo in campo una qualche disponibilità economica.
Venticinque anni (e più) di abbandono ormai completo si fanno sentire. Sul muro esterno lambito dalla strada provinciale, immancabile, la solita scritta con la bomboletta spray, una dichiarazione d’amore che un vandalo sconosciuto ha fatto alla sua bella utilizzando l’intera lunghezza della parete.
E’ stato quello l’unico intervento, nell’afrco di un paio di decenni, che ha avuto per oggetto la chiesa, al cui interno rimangono suppellettili ormai ridotte al livello di rifiuti speciali. Eppure giusto nove anni fa, all’inizio di luglio del 2006, l’allora assessore comunale narnese ai Lavori Pubblici annunciò con una certa prosopopea che la Soprintendenza aveva assicurato un intervento a proprie spese per il restauto conservativo: bastavano – allora – trentaseimila euro. Si disse. Ma sembra se ne siano dimenticati tutti, ed evidentemente quei soldi sono stati utilizzati da qualche altra parte. Ora delle due l’una: o si interviene pur se è necessario spendere molto di più, o si dice addio ad un altro bene culturale.

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Per saperne di più:
 Ilo Mariotti, “Castrum Capitonis. Notizie storiche e documenti sul Castello di Capitone”.
 Ed. Thyrus, Arrone 1994.

Madonna delle Sbarre

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