Michelangelo, il più potente degli Spada

Comune di Terni a Palazzo Spada
Palazzo Spada, Municipio di Terni

Più di quattro secoli fa, esattamente nel 1584, il 22 marzo fu giorno di grave lutto a Palazzo Spada. Quel giorno morì Michelangelo Spada, colui che consegnò alla storia di Terni il nome di una famiglia che s’era messa in luce attraverso la professione notarile, ma che poi seppe affermarsi come una delle famiglie cittadine di maggior prestigio. Nell’arco di due secoli (i primi documenti con su scritto il nome degli Spada risalgono alla prima metà del 1300) in verità, diversi furono gli Spada che ricoprirono ruoli di primo piano a Terni, da quello di camerlengo a quelli di capopriore o castellano di Colleluna. Ma è niente al confronto degli incarichi di Michelangelo il quale procurò alla famiglia il titolo nobiliare di conte ed una consistente disponibilità economica, grazie alle numerose proprietà acquisite a Roma oltre che a Terni  e nei dintorni.
Nel 1521, quando alla fine di settembre nacque Michelangelo, suo padre Silvestro era notaio. Non appena ebbe l’età, nel rispetto della tradizione famigliare,michelangelo fu mandato a Roma per seguire gli studi di giurisprudenza. Nel contempo cominciò a frequentare la curia romana dove conobbe ed entrò in sintonia con il cardinale Giovanni Maria Cecchi del Monte, che successivamente divenne papa Giulio III. Bene anche per il giovane Spada che fu nominato “coppiere e cameriere segreto del papa”. Aveva 28 anni, Michelangelo, e da quel giorno la sua fortuna cambiò. Giulio III, al proprio uomo di fiducia, concedette il castello di Forano, nel reatino, di cui gli Spada furono feudatari fino al 1579, e lo nominò nobile romano e governatore del castello di Collescipoli. Un incarico limitato, agli inizi, ad un solo anno, ma poi grazie prima ad un prestito di 2500 scudi d’oro e successivamente ad una regalia di cinquemila, il governatorato di Collescipoli divenne perpetuo con l’aggiunta del titolo nobiliare, per cui Michelangelo Spada potette fregiarsi del titolo di patrizio romano e conte di Collescipoli.
Collescipoli, successivamente gli verrà “soffiato” dopo la morte di Giulio III e l’ascesa al soglio di Paolo IV, dopo un beve pontificato di Marcello II, anche perché i collescipolani si ribellarono. Nel periodo in cui la sua potenza era ai vertici, a Terni nel luogo in cui aveva avuto in dono dal papa alcuni immobili che fino ad allora erano stati di proprietà della curia romana, Michelangelo aveva avviato la costruzione del palazzo di famiglia. Nell’animo suo, doveva rappresentare il segno della sua potenza, l’ostentazione del prestigio da lui acquisito a Roma, l’affermazione di un primato nei confronti di altre famiglie aristocratiche e dei notabili di Terni. Un palazzo che – precisò egli stesso – doveva essere  sempre aperto ad ospitare “patroni e benevoli”, e mezzo di propaganda in favore della sua convinzione politica – che sempre mostrò con determinazione ed orgoglio – di ferma opposizione alla controriforma e ai protestanti. Non a caso uno dei sette figli di Michelangelo morì nelle Fiandre, combattendo proprio contro i protestanti e non a caso il conte Spada chiamò un pittore fiammingo, Karel Van Mander ad affrescare il palazzo con scene esplicite che vanno dalla battaglia di Lepanto alla strage degli Ugonotti.
Vissuto quasi sempre a Roma, morì a Terni all’età di 63 anni.

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