Monterivoso: ecco cos’era la mela che Eva dette ad Adamo

Monterivoso
Monterivoso, Chiesa di Sant’Antonio Abate, Adamo che schiaccia il serpente (Part.)

Qualcuno ha dubbi riguardo al peccato originale? Su qual è il significato allegorico di quella mela che Eva dette ad Adamo col noto risultato di essere scacciati dal paradiso terrestre? Nel 1500 c’era chi non aveva dubbi. Come ad esempio l’autore che – appunto – nel ‘500 dipinse un affresco nella chiesa di sant’Antonio Abate a Monterivoso. Adamo ed Eva sono rappresentati come telamoni, figure “di contorno” all’affresdco “vero”: una crocifissione con la Maddalena e San Lorenzo. Sulla sinistra, per chi guarda, c’è Eva che sembra quasi accennare un passo di danza.

Sulla destra ecco Adamo che schiaccia la coda del serpente tentatore il quale nell’estendersi verso l’alto assume la figura di un infante. Insomma la mela sarebbe la procreazione con tutto quel che ad essa è collegato. Il dipinto venne alla luce durante un rimaneggiamento della chiesa. Stava dietro un altare con marmi e stucchi che nessuno ricorda come fosse.

Monterivoso, è una frazione di Ferentillo, in Valnerina. Pochi chilometri dopo la cascata delle Marmore per chi arriva da Terni. Una frazione piccola, ma ricca di storia. Intanto nacque come uno degli insediamenti fortificati che i Longobardi eressero sui mti dell a Valnerina a protezione dell’Abazia di San Pietro in Valle, punto nodale – allora – dello sviluppo religioso,economico e sociale della Valnerina. Sorge, Monterivoso, lungo la “strada della lana”, via di comunicazione – spiega il volontario del Fai che fa da guida – di primaria importanza; di collegamento tra Firenze, dove di producevano tessuti, e l‘Abruzzo, dove si trovavano gli armenti di pecore. Una via costeggiata da tanti centri abitati, ognuno dei quali reclamava ai viaggiatore i diritti di transito. I Medici – si proprio loro – di quella via si servivano continuamente per i loro affari e alla fine decisero che fosse conveniente comprarseli quei borghi anziché pagare ad ognuno ed in continuo i diritti di gabella. Ma non c’erano solo loro a pensarla così. C’erano anche i Cybo, famiglia potente quanto i Medici, anche se con meno “favore di stampa”. Meno famosa e da riscoprire, la famiglia Cybo,  ma anch’essa ricca. Furono loro a comprare Monterivoso, nel frattempo cresciuta come agglomerato intorno al contrafforte longobardo. Del XIV secolo è il segno della potenza che si sostituì ai Longobardi, quella della Chiesa e quindi il tempio dedicato a Sant’Antonio Abate (manco a dirlo patrono di Monterivoso) che fu costruita usando una parte del castello, compresi i sotterranei. Sotterranei solo da un lato visto che dall’altro il muraglione che li contiene appare come una specie di porticato dove oggi è possibile ammirare alcuni “pezzi”da museo del lavoro contadimno e che serve come passaggio per raggiungere un piccolo, caratteristico ristorante tipico.

Monterivoso
La Valnerina da Monterivoso

Per il resto Monterivoso è un insieme di case tutte costruire sulla roccia viva. Con viuzze caratteristiche e in una posizione che consente di godere appieno dello stupendo panorama della Valnerina.

Per saperne di più:
  Carlo Favetti, "Ferentillo segreta, 
storia di un principato". 
Visconti, Terni, 2010
1,0 / 5
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