Bianchini Riccardi e Gisucristillu: il nobile e il fornaio uniti nella difesa della libertà

Storia e Memoria

di SERGIO BELLEZZA

Storia e memoria rubriche fonderia calvi VELIVOLO

La sera del 4 Giugno del 1897 Terni riabbracciava i propri figli reduci dalla Campagna di Grecia. In nome della “autodeterminazione e della libertà dei Popoli”, s’erano opposti alle mire espansionistiche dei Turchi sulla penisola ellenica. Guidati da Ricciotti Garibaldi, pieni di ideali e sprezzanti della vita, avevano onorato quella “Camicia Rossa” simbolo di ardore, coraggio ed eroismo. S’erano distinti in tanti episodi, in particolare nella battaglia di Domokos, dove l’assalto della falange garibaldina aveva salvato l’esercito greco dall’accerchiamento e dalla distruzione. Uno scontro cruento e sanguinoso in cui persero la vita, tra gli altri, il repubblicano Antonio Fratti e Alarico Silvestri di Amelia. Un atto di guerra e d’eroismo cantato dal Pascoli e celebrato dai versi in vernacolo del poeta dialettale Americo Patrizi.

Nell’occasione si distinsero i ternani Girolamo Bianchini Riccardi, nominato sul campo tenente colonnello, e Ulisse Listanti, detto “Gesucristillu”, promosso tenente per meriti di guerra.

Il primo, di  nobili origini, tornerà a coprirsi di gloria nel 1912, sempre in camicia rossa a difesa della Grecia nella Campagna dei Balcani. Fama e cultura, conoscenze tecniche e sprezzo del pericolo lo porteranno qualche tempo al comando dei Pompieri, incarico assolto con impegno, dedizione e capacità per tanti anni.

L’altro, apprezzato podista,  ricadeva gradualmente nell’anonimato, inghiottito dai problemi e dai disagi della vita di tutti i giorni. Dimentico dei giorni di gloria, tornava alla sua bottega di fornaio, in via Tiacci, a sfornare filoni di pane, buona pizza e ottime porchette.

Timido e minuto, pieno di timori e paure, s’era guadagnato per l’aspetto fisico e con le continue lamentele quel nomignolo di  “Gesucristillu”, de “porettellu”. Il riscatto colla camicia Rossa ed un fucile in braccio, che trasformavano per una breve stagione un essere mite  in un piccolo grande eroe. La forza di un ideale, l’amore per la libertà regalavano un momento di celebrità al Garibaldino e rivalutavano l’Uomo agli occhi dell’opinione pubblica. Ad attestarlo la presenza di Ulisse Listanti nel Consiglio direttivo della Società per la costruzione delle Cappella dei Garibaldini, dove riposa insieme a tanti altri patrioti ternani, uniti nel silenzio della morte, come un tempo sui patrii campi di battaglia

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