Orvieto, i “fasci di combattimento” umbro-sabini rompono la tregua

23 settembre 1921

Nonostante fosse stata una giornata di tensione, il corrispondente da Orvieto della Stampa si rallegrava. Sulla Rupe quel giorno, il 23 settembre del 1921, s’erano riuniti tutti i segretari politici dei fasci di combattimento dell’Umbria e della Sabina. Un centinaio erano i partecipanti a un’assemblea dai toni aspri, accesi, che si concluse con una sfilata lungo corso Cavour ed un comizio in piazza Vittorio Emanuele.

Pighetti e Misuri
I deputati fascisti Pighetti e Misuri

“Ma – si rallegrava appunto il cronista – non sono avvenuti incidenti all’infuori di qualche scambio di bastonate e di pugni”. Viene da chiedersi cosa sarebbe dovuto accadere perché a parere suo si potesse parlare di incidenti.

Quel comizio in piazza Vittorio Emanuele, la piazza principale di Orvieto, a conclusione del quale prese la parola l’onorevole Pighetti  – intervenuto al convegno insieme all’altro parlamentare fascista umbro Misuri – era il sugello alla decisione che il congresso aveva sottoscritto: da quel giorno si sarebbe ritornati alla battaglia, allo scontro con gli avversari politici, in particolare i socialisti, che erano accusati dai responsabili dei fasci di combattimento di mettere in atto continue violazioni del Patto di Roma. Era il patto di non aggressione che era stato sottoscritto tra fascisti, popolari e socialisti solo un mese e mezzo prima. I fasci umbro sabini- si affermava nell’ordine del giorno approvato dall’assemblea di Orvieto – quel patto lo avevano sottoscritto solo per “disciplina nazionale”, ma considerato che “le autorità o per insufficienza o per debolezza o per tacita approvazione hanno fatto sì’ che i nemici della patria insorgessero di nuovo a minare il benessere e la compagine della nazione… denunziano il trattato… e deliberano che i fasci umbro-sabini riprendano il loro posto di battaglia e la loro completa libertà di azione”.

Non mancava la rivendicazione: l’assemblea chiedeva la revoca della condanna al confino per l’ingegner Natali, segretario del fascio di combattimento di Umbertide.

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