Piediluco come Miami


Piediluco sembrava ormai una piccola Miami Beach: potenti motoscafi solcavano le acque del lago alzando due pennacchi bianchi di schiuma; giovanotti attaccati ad una fune dietro ai fuoribordo si esibivano nello sci nautico, sollevando, per proprio conto, ventagli d’acqua con quell’unico sci ai piedi: piroette l’una dietro l’altra fino ad imboccare il trampolino che stava lì, proprio davanti alla montagna dell’Eco, ed esibirsi in salti spettacolari. Sembra uno scenario da sogno,

o meglio, da fantascienza, ed invece è storia vera. A cavallo della fine egli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, a Piediluco, era questo quel che succedeva. Più di quarant’anni sono passati.

Motoscafo sul lago di Piediluco
Una vecchia cartolina di Piediluco mostra un potente fuoribordo che solca le acque del lago

Tutto finì con l’estate del 1973. Il Comune di Terni, anticipando la legge sul decentramento, varò i consigli di delegazione. Furono i progenitori dei consigli di circoscrizione, ma allora erano limitati ai centri che erano stati comuni autonomi fino al 1927: Collestatte, Torre Orsina, Collescipoli, Cesi, Papigno e – naturalmente – Piediluco. In riva al lago il 4 aprile 1973 il consiglio di delegazione, si riunì per la prima volta. Era la seduta di insediamento che avvenne nel bel mezzo di un’assemblea popolare. Quindici membri: Luigi Ciferri, Ottorino Quintili, Materno Eroli, Sandro Petrollini, Giacomo Santicchia, Umberto Giangiuli, Antonio Petacchiola, Arnaldo Crisostomi, Antonio Fiocchi, Rita Bonanni, Miro Proietti, Walter Zagaglioni, Giorgio Crisostomi, Giorgio Estevan, Diesildo Petrollini. E si partì col “botto”, affrontando la questione più spinosa in quel momento: Erano diventati troppi i motoscafi sul lago, c’erano problemi di inquinamento, E poi scorrazzando a “ruota” libera quei motoscafi diventavano un pericolo. Bastavano solo le onde che provocavano per mettere in ambascia chi il lago lo “viveva”  utilizzando una barca a remi. La soluzione fu drastica ed immediata: divieto assoluto di transito sul lago per i natanti che avevano una potenza maggiore a cinque cavalli.
Addio sci nautico. «Ma tanto quello è sport da ricchi», si disse.

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