Rocca Carlea: la donazione di un fortilizio ternano al papa Gregorio IX

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Antica veduta del circondario di Terni. Da Joan Blaeu, 1663 (Particolare)

Il 9 ottobre 1231 Rocca Carlea, presso Terni, diventò di proprietà del papato per effetto della donazione fatta a Gregorio IX, rappresentato per l’occasione dal suo camerario Benedetto, dalla legittima proprietaria, Alifanda.
Rocca Carlea faceva parte di un sistema difensivo di luoghi fortificati che sorgevano tutti intorno e a difesa di Terni. Un sistema che comprendeva il castello di Miranda e quello di Perticara, il castello di Valenza e quello di Papigno, Rocca Carlea, Rocca San Zenone, Rocca San Giovanni, Colleluna.
La Rocca, che sorgeva sul costone del monte tra i castelli di Perticara e Miranda, era di pertinenza di Transarico di Odone, figlio di Carleone, che nel 1195 aveva dettato il proprio testamento “quantunque infermo di corpo tuttavia sano di mente e d’intelletto, volendo morire testato, fo questo nuncupativo testamento” nel quale stabiliva che “Alifanda, mia dolcissima madre” era “erede di tutta la mia Rocca, sia dentro che fuori, con quanto appartiene alla stesa Rocca e di tutti gli altri miei beni”, che per la verità non erano pochissimi. Transarico specificava anche che alla morte della madre la proprietà fosse restituita “alle chiese povere”.
Oltre trentacinque anni dopo, Alifanda, ormai in età molto avanzata, nel rispettare le volontà del figlio effettuò la donazione al papato.
La Rocca, comunque, nel 1600 era ormai ridotta ad un rudere.

Elia Rossi Passavanti, “Intermana dei Naharti”,
ristampa anastatica
a cura di Vincenzo Pirro, Lit. Stella Terni 2002

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