Somma, sotto i rovi l’Arma di Papa Gregorio

Nel percorrere l’antico tracciato della via Flaminia in Umbria, lungo il diverticolo orientale, non appena oltrepassato il valico della Somma, discendendo verso Spoleto si traversa un ponticello sulla spalletta del quale è ancora presente un’Arma. E’ l’Arma Papale di Gregorio XIII. Un’altra, ce n’era, di Arma papale, lungo quel tratto di strada tra Terni e Spoleto: era l’arma di Urbano VIII, posta in prossimità della frazione spoletina di Strettura, in coincidenza del bivio da cui si diparte la strada per Montefranco, che poi conduce sulla Valnerina. Quell’Arma (lo stemma papale inciso su marmo) è andata distrutta in seguito allo sbandare di un camion che, finito fuori strada nel percorrere la Statale piombò sul piccolo monumento mandandolo in mille pezzi.

L’Arma di Urbano VIII era stata posta a suggello della costruzione della via del Ferro, quella che, appunto dalla Flaminia, vicino Strettura raggiungeva Montefranco, scendeva sulla Valnerina, la percorreva fino a Sant’Anatolia di Narco, si inoltrava su per i monti dopo aver scavalcato il fiume Nera e giungeva a Monteleone di Spoleto, sede delle importanti miniere di ferro. Attraverso quella strada il minerale, appena sgrezzato, raggiungeva la ferriera papale a Terni.
Distrutta quell’Arma; e si va ancora alla ricerca dei resti, dei pezzi che qualcuno dice che siano conservati proprio- guarda il caso – da un’altra Arma, quella dei Carabinieri.
Diversa la sorte dell’Arma di Papa Gregorio XIII, quella – appunto – che esiste ancora sulla spalletta del ponte presso il valico della Somma. Esiste, ma non si sa ancora per quanto. Dimenticata da tutti avrebbe bisogno di un intervento di restauro che non dovrebbe nemmeno essere troppo costoso. Essa non corre rischi per sbandamenti di camion o mezzi pesanti, essendo quel tratto di strada ormai percorso solo da uno scarso traffico locale. Ma è completamente ricoperta di sali; il materiale su cui è scolpita è fortemente danneggiato. La faccenda fu segnalata quattro anni fa. Nel marzo scorso ancora nessuno era intervenuto e l’arma, sempre più degradata, stava cominciando ad essere di difficile lettura.  Al momento, con la primavera inoltrata, è del tutto scomparsa in mezzo ai rovi. Nascosta alla vista. Fino a quando arriverà magari una ruspa a togliere quei rovi, per questioni di agibilità della strada e magari insieme ai rovi demolirà anche un pezzo di storia.

Gregorio XIII stemma papale
Lo stemma raffigurato sull’Arma

Perché sta proprio lì quell’Arma? Che significato ha? Che c’entra il papa che riformò il calendario, che tanto si impegnò per fare più bella Roma, che fondò l’accademia musicale di Santa Cecilia e che avviò la costruzione del palazzo del Quirinale – tra le tante altre cose – col ponte di un valico di montagna?
Il fatto è che la Flaminia “vera”, per secoli, in Umbria era stata quella che fu poi conosciuta col nome di “Flaminia Vetus”, ossia il diverticolo occidentale della strada consolare, quello che passava per Carsulae, Massa Martana, Bevagna prima di arrivare a San Giovanni Profiamma e poi inoltrarsi verso le Marche. Il tratto orientale che ormai a metà del XVI secolo stava diventando il più importante ed utilizzato, venne ammodernato e reso più facilmente agibile proprio ad opera di papa Gregorio XIII che nell’impresa investì risorse considerevoli. Non a caso, per un certo periodo la strada perse, nell’uso comune, il nome di Flaminia per diventare la “strada Gregoriana”.
A seguire i lavori- dopo averli, in verità, fortemente sollecitati – fu il cardinale Guido Ferrero, legato di Spoleto, che di papa Gregorio era amico fin dall’infanzia e che godeva della fiducia piena del santo padre.

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Somma, sotto i rovi l’Arma di Papa Gregorio

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