Spoleto, scontri con la polizia: bimba e operaia ferite

18 gennaio 1951

18 gennaio 1951
Eisenhower a colloquio con De Gasperi

Dwight Eisenhower, il comandante delle forze armate Nato, in visita in Europa, arrivava a Roma. Una visita attesa col fiato sospeso da parte del governo italiano che si aspettava proteste di piazza, con possibili scontri, contro il massimo rappresentante delle forze armate del Patto Atlantico, così come s’erano susseguite nel 1949, al tempo in cui l’Italia decise la propria adesione. Allora c’erano stati disordini gravi e scontri cruenti soprattutto a Terni, dove s’era registrata l’uccisione del giovane operaio Luigi Trastulli. Erano passati nemmeno due anni ed ora arrivava in Italia il generale americano che l’anno dopo si sarebbe buttato in politica e sarebbe stato poi eletto alla presidenza degli Stati Uniti.
La Camera del Lavoro e i partiti della sinistra avevano proclamato lo sciopero generale di protesta contro la Nato “guerrafondaia”. In tutta Italia si tennero manifestazioni di piazza e i disordini ci furono, con un bilancio pesante: rimasero uccisi un operaio a Comacchio ed un bracciante a Piana degli Albanesi, vicino Palermo. In Umbria i fatti più gravi accaddero a Spoleto, dove nello scontro con le forze dell’ordine rimasero ferite una bambina di sette anni ed una donna di trenta.
A Spoleto  lo sciopero era cominciato a mezzogiorno. La manifestazione si teneva nella piazzetta antistante il Teatro Nuovo. Era stata autorizzata, ma all’ultimo momento la questura di Perugia ci ripensò e decise al contrario, inviando un rinforzo delle forze dell’ordine al fine di far rispettare il dievito. Alle proteste della folla agenti e carabinieri intervennero ed in breve si giunse allo scontro fisico. Le forze dell’ordine usarono i manganelli dopo aver sparato alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio. E proprio colpi di manganello ferirono la bambina e la giovane donna.
Il comizio si tenne, comunque, presso la sede della Camera del Lavoro mentre lo sciopero generale a Spoleto si protrasse per un altro giorno. Per protesta contro “il selvaggio comportamento della polizia”

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