Tecnici delle acciaierie posano per un calendario “sexy”, ma arriva la censura

La copertina del calendario

TERNI MIA

di LORENZO MANNI

Era per il primo anno bisestile del nuovo millennio. Il 2000.
Ancora di calendari che presentavano foto di soli uomini non se ne vedevano molti in giro, anzi non ce ne erano. Un gruppo di impiegati tecnici  della “Terni”, che avevano creato un bel sodalizio  collaborativo, usciti dal lavoro si ritrovavano in un capannone esterno, oltre il Serra, ora adibito a palestra, per allestire i Carri di Maggio e partecipare al concorso dedicato.

Durante i lavori, in quell’anno, questo gruppo pensò di creare e  pubblicare (ad uso esclusivo dei partecipanti) un calendario ironico e, diciamo, trasgressivo con le loro foto svestiti (ma non oltre la “decenza”) .

12 i mesi, 12 le foto con una scenografia realizzata in elenco, essenziale ma ben rappresentativa del mese in oggetto. Per esempio: gennaio era rappresentato da un “befano” che bruciava l’anno passato in un camino, un fauno dormiente rappresentava aprile,  un suonatore di chitarra davanti ad un ben fornito cesto di salumi nella “scampagnata” di ottobre, “cavalcatore di tini” contrassegnava novembre ed il vino nuovo.

Il calendario terminava – ovviamente – con diicembre che era rappresentato da un riccioluto bambino che – si vedeva subito – era di famiglia abbastanza agiata  in una mangiatoia .

Insomma: nelle intenzioni ne dovevano essere stampate solo alcune copie, invece ebbe un tale successo da andare “a ruba”, poi, visto il successo si pensò di stamparne copie anche per l’esterno e dedicarne gli eventuali introiti in beneficienza.

Ma non fu possibile. Accadde che un lavoro seguito da uno di quei tecnici  non andasse a buon fine che un “giornalista” a tempo parziale facesse un articolo sulla pagina locale di un quotidiano per annunciare il fatto correlandolo al calendario. Apriti cielo. il capo di quei  tecnici fu  convocato all’ufficio del personale per distribuire punizioni e solo grazie al fatto che quei tecnici avevano formato un gruppo fortemente solidale riuscì ad evitare il peggio.

E cadde così anche la prospettiva della beneficienza.

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