Terni 1483, in piazza crolla la torre dell’orologio: tre morti e decine di feriti

orologio
Terni, il palazzo del governatore papale

La mattina del 14 aprile 1483 il crollo fu improvviso: torre, campana e orologio vennero giù con un pezzo di fabbricato del palazzo del Governatore, travolgendo i cittadini che erano in piazza, la piazza principale di Terni. Si contarono tre morti e numerosi feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Una tragedia che coinvolse l’intera città di Terni, “presa da spavento e da terrore impossibile a descriversi”.

Quell’orologio pubblico, piazzato sulla torre del palazzo del Governatore papale non smise mai di procurare guai agli amministratori cittadini.

A suo tempo, nel maggio del 1441, si era preso atto che la città amndava dotata di un orologio pubblico. Tanto più che proprio in quel periodo era appena stata completata la costruzione del palazzo del governatore, con tanto di torre e di campana: un orologio visibile da lontano, trattandosi del punto più elevato della città, ci stava proprio bene. E proprio lì l’orologio fu posto entrando in funzione poco tempo dopo.

 Un lavoro fatto a regola d’arte, per il quale il Comune non stette a lesinare tanto che stanziò la cifra di cinquanta fiorini d’oro, nominando una commissione di due cittadini e due banderari i quali si occuparono della questione.

Tutto bene. Almeno per un periodo perché poi, giusti dieci anni dopo, si decise che non si poteva andare avanti con un orologio pubblico, posto sulla piazza principale della città, non azzeccasse quasi mai l’ora. non dicea più il vero: l’ora indicqta non era mai precisa.

Quindi a febbraio del 1451 l’assemblea cittadina stabilì che era necessario eliminare il problema riparando il meccanismo e già che vi si metteva mano, dando una forma più moderna e ricercata prendendo a modello l’orologio che poco tempo prima era stato posto in essere a Spoleto.

Si firmò, così, un contratto con un artigiano ternano, Pietro Matteitti, che avrebbe provveduto a compiere i lavori. Il prezzo sarebbe stato definito dal Governatore papale – che nel frattempo aveva preso possesso della sede e quindi dimorava nel palazzo – e comunque il Comune, trattandosi di un’opera pubblica,  metteva a disposizione una somma compresa tra i 25 e i 30 ducati d’oro.

E finalmente si poteva star tranquilli. Ma non durò tantissimo. Perché meno di trent’anni dopo, nel febbraio del 1480, si dovette stanziare una nuova somma, perché i rintocchi delle ore non risuonavano più: s’era rotta la campana ed era necessario rifonderla. Altra spesa, altri lavori e tutto tornò a posto.

Finita? Macché. A dicembre 1482 il meccanismo che muoveva le lancette s’inceppò. Una riparazione che sembrava da niente comportò, invece, l’obbligo di rifare praticamente da capo tutto l’orologio.

A quel punto però si poteva star tranquilli: orologio nuovo,campana nuova la pubblica ora era assicurata. Pia illusione perché quando ti dice male… Pochi mesi ed ecco il nuovo grave patatrac: crolla la torre che reggeva sia la campana che l’orologio: era, appunto, il 14 aprile 1483.

Ma l’assemblea cittadina non si arrese: pianti i morti, curati i feriti, recuperati i pezzi della campana e i resti dell’orologio decise di ricostruire la torre com’era, con tanto di cerchio con le lancette e rintocchi di campana. Ci vollero otto anni, ma nel 1491 la storia finì.

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